TARI sempre più cara, chi abita qui deve pagare oltre 500 euro: ennesimo salasso per le famiglie | Cambia subito città
Se abiti qui probabilmente stai pagando una delle TARI più ingenti e costose d’Italia: valuta la possibilità di trasferirti.
Parlare di bollette e tariffe ormai è diventato un argomento quotidiano per tante famiglie italiane, e la TARI non fa eccezione. Ogni anno si discute di cifre che salgono o scendono, e chi paga il prezzo più alto sono sempre i cittadini. Ma perché i costi per i rifiuti cambiano così tanto da città a città? La risposta non è mai semplice, e spesso ha a che fare con molte variabili.
Per alcune città, le tariffe sembrano quasi una tassa di lusso, mentre altrove sono più “abbordabili”. Eppure, si tratta dello stesso servizio: smaltire i rifiuti. Quello che cambia sono i metodi, le strategie e, diciamocelo, anche l’efficienza di chi gestisce tutto. A peggiorare le cose, c’è anche un sistema che a volte sembra premiare chi spreca e penalizzare chi cerca di fare le cose per bene.
Non è una novità che il Sud e il Nord abbiano realtà molto diverse, e quando si parla di TARI, la disparità si sente ancora di più. Ci sono città dove i costi sembrano quasi “invisibili” e altre dove il peso della tassa diventa insostenibile, soprattutto per le famiglie. A complicare il quadro ci sono anche differenze enormi tra capoluoghi vicini: come è possibile che si paghi il doppio o il triplo per lo stesso servizio?
Eppure, nonostante i numeri non mentano, c’è sempre qualcosa che sfugge. Perché alcune città riescono a gestire tutto con meno soldi, mentre altre sembrano non farcela mai? È un problema di organizzazione, di risorse o c’è altro dietro?
Il costo in alcune regioni d’Italia
Se allarghiamo lo sguardo all’Italia intera, le sorprese non mancano. La spesa media nazionale per i rifiuti è di 329 euro, ma non tutte le regioni sono uguali. Al Sud, le cifre sono più alte: la Puglia guida la classifica con una media di 426,50 euro. Dall’altro lato, il Trentino-Alto Adige si distingue per efficienza e costi bassissimi, con soli 203 euro all’anno.
E la raccolta differenziata? Anche qui le differenze sono enormi. In Sicilia, città come Ragusa fanno un ottimo lavoro, con il 70,6% di raccolta, mentre a Palermo le cose sono un disastro: appena il 15,2%. Insomma, i numeri raccontano storie diverse, ma lasciano una domanda aperta: pagare tanto serve davvero a migliorare il servizio? E questi non sono nemmeno i casi in cui si paga di più.
Le città con le tariffe più alte
Se guardiamo alle città più “care”, Catania è quella che svetta su tutte. Qui, le famiglie arrivano a sborsare fino a 594 euro all’anno per la TARI. Una cifra che, di anno in anno, non accenna a calare, rendendo la città siciliana un simbolo di quello che non funziona. E pensare che, nel resto della regione, le cose non vanno così male: ad Enna, ad esempio, si paga appena 266 euro, una differenza che fa riflettere.
Non va meglio a Caltanissetta, dove la situazione è peggiorata: con un incremento del 24,1% rispetto all’anno scorso, la TARI qui è diventata un problema serio. E tutto questo mentre la media regionale mostra un lieve miglioramento, confermando però grandi differenze tra i vari capoluoghi.