Trattativa UniCredit- Bpm: ecco gli ultimi aggiornamenti
È in corso la trattativa: UniCredit ha intenzione di riproporre una nuova offerta per Banco BPM dopo il rifiuto, ecco cosa sappiamo.
Il consiglio di amministrazione di Banco BPM ha rifiutato l’offerta pubblica di scambio di Unicredit. Questa scelta che conseguenze riporterà nel settore bancario italiano?
In tal senso, l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel ha intenzione di intavolare una nuova proposta che possa conquistare definitivamente Banco BPM. Questo nonostante l’opposizione dell’interessato e quella del governo.
Unicredit aveva presentato un’offerta iniziale con un premio simbolico dello 0,5%. L’obiettivo era semplicemente quello di posizionarsi come pretendente senza risultare troppo invadente.
Tuttavia, le condizioni proposte hanno suscitato parecchie perplessità anche nel governo. Invece, Forza Italia – tramite Antonio Tajani – ha dato segni di apertura nei confronti della strategia di Unicredit.
Le prospettive di negoziazione
Il consiglio di amministrazione di Banco BPM ha respinto l’offerta in quanto ritiene che sia “inusuale” per questo tipo di operazioni. Questo perché il premio dello 0,5% non è sufficiente per “riflettere la reale redditività della banca e il potenziale valore per gli azionisti”. Inoltre, l’offerta di Unicredit pone delle limitazioni sulla sua strategia. Come? Grazie alla passivity rule. Quest’ultima è una norma che limita le contromosse dell’azienda oggetto dell’offerta. Gli analisti di Equita e Barclays concordano nel ritenere che l’offerta di Orcel rappresenti solo il primo passo di una negoziazione più articolata. In particolare, secondo Barclays, uno degli ostacoli principali per raggiungere un accordo rimane la mancanza di un premio adeguato.
Nello specifico, ha calcolato che per rispettare i vincoli antitrust sarà necessario chiudere o cedere circa il 5% delle filiali totali di Unicredit e Banco BPM, nonché circa 200 sportelli. Unicredit ha come pensiero principale quello di perfezionale la sua mossa entro quattro mesi, ossia in tempo per l’assemblea straordinaria di aprile. In quest’ultima, si dovrà approvare l’aumento di capitale per l’offerta in questione. In particolare, Orcel vorrebbe chiudere rapidamente l’affare per poter affermare la propria posizione nel settore bancario italiano. Questo perché l’operazione Commerzbank in Germania è attualmente in stand-by per via delle elezioni politiche in corso.
Rialzo in vista?
Un prezzo più attraente potrebbe convincere alcuni soci influenti di Banco BPM ad accettare l’offerta. Tra questi troviamo Crédit Agricole, che detiene già oltre il 9% delle azioni. Tuttavia, il governo italiano, in risposta, potrebbe muoversi contro una eventuale mossa della banca francese su BPM. Nonostante ciò, Crédit Agricole potrebbe comunque partecipare all’operazione. Nello specifico, potrebbe acquisire una parte degli sportelli bancari che l’antitrust potrebbe imporre di cedere. In questo modo rafforzerebbe la propria posizione nel credito al consumo tramite Agos Ducato, di cui detiene già il 60%.
Per rendere l’offerta più appetibile, Unicredit potrebbe aumentare il premio fino al 10-20%. In tal senso seguirebbe l’esempio di Intesa Sanpaolo che nel 2020 aveva alzato del 13% il premio per acquisire UBI Banca. Attualmente, il valore di Banco BPM risulta sottostimato a circa 6,5 euro per azione rispetto ai 7,55 euro indicati dal consensus Bloomberg. In sostanza, una revisione del prezzo potrebbe rivelarsi decisiva per sbloccare la trattativa e conquistare il consenso degli azionisti più influenti.