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Rublo russo (Pixabay FOTO) - www.financecue.it

La Russia deve fronteggiare una crisi: svalutazione del rublo, inflazione in aumento e il peso delle sanzioni internazionali.

A seguito del conflitto che ha visto in primo piano Ucraina e Russia, quest’ultima si è trovata a dover fare i conti con un’importante crisi valutaria. In particolare, si tratta della peggiore dall’inizio del conflitto nel 2022.

Per l’appunto, il rublo ha visto un deprezzamento significativo rispetto al dollaro. Infatti, ha perso oltre il 25% del suo valore e ha superato il tasso di cambio di 100 rubli per un dollaro.

Di pari passo, la valuta russa ha ceduto terreno anche nei confronti dello yuan cinese. Quest’ultima è una moneta che negli ultimi anni è diventata un’alternativa sempre più utilizzata per il commercio estero.

Ma cosa ha portato a questa sonora caduta? Le cause immediate di tutto ciò si legano alle sanzioni economiche da parte dagli Stati Uniti. Infatti, queste avrebbero colpito pesantemente il sistema finanziario russo. Tuttavia, questa situazione è anche il risultato di situazioni globali ed interne che Mosca deve affrontare.

Il crollo del rublo

La Russia ora si trova a dover interfacciarsi con una crisi valutaria piuttosto importante. Infatti, il crollo che ha interessato la nazione ha superato il tasso di cambio di 100 rubli per dollaro. Questo è sicuramente un livello mai visto prima dell’inizio del conflitto ucraino. Per l’appunto, prima della guerra, il tasso di cambio si trovava tra i 70 e gli 80 rubli per dollaro. Tuttavia, ma le ultime variazioni hanno mostrato un indebolimento rapido della valuta russa. In tutto ciò hanno sicuramente ricoperto un ruolo determinante sono le sanzioni finanziarie imposte dagli Stati Uniti. In queste si includono banche come Gazprombank. Le conseguenze di questo indebolimento sul rublo si riflettono in un aumento dell’inflazione.

Per l’appunto si prevede un tasso dell’8,5% per quest’anno. Tuttavia, si tratta di un dato che ha superato il doppio di quanto inizialmente previsto. In risposta, la Banca centrale russa ha dovuto aumentare il tasso di interesse al 21%, ossia il più alto degli ultimi venti anni. Dal 2014, con l’inizio delle prime sanzioni a seguito della crisi ucraina, l’economia russa ha passato diversi periodi di instabilità per le sanzioni occidentali. In tal senso, le banche sono state molto abili nel riprendersi dagli eventi. Ma la situazione attuale è decisamente più seria. Infatti, le sanzioni non si limitano più a colpire direttamente la Russia, ma includono anche coloro che collaborano direttamente con loro.

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Banconote rubli russi (Pixabay FOTO) – www.financecue.it

Gli assi nella manica della Russia

Nonostante la situazione delicata in cui si trova la Russia, essa ha ancora qualche appiglio. Infatti ci sono settori che non hanno subito in particolar modo le sanzioni occidentali. Tra essi abbiamo il gas e il nucleare. In questo modo, Mosca ha avuto modo di preservare una fonte di reddito. Il petrolio è uno degli elementi portanti dell’economia e i suoi prezzi vedono un equilibrio verso i 60 dollari al barile. Ciononostante, potrebbe verificarsi una possibile ulteriore discesa sotto i 40 dollari, anche se questo potrebbe provocare seri problemi per il bilancio complessivo russo.

Oltre a ciò, il governo russo ha approvato il bilancio federale per il prossimo anno, con un aumento significativo delle spese militari. Per l’appunto, la difesa russa riuscirà a vedere una crescita del 25%. In tal senso, si raggiungeranno i 13,5 trilioni di rubli, ossia circa 130 miliardi di euro. Inizialmente, i costi della guerra derivavano dalle esportazioni di energia. Ma in questa situazione di instabilità economica, le casse dello Stato devono fare i conti con un deficit del 2%. Tuttavia, l’economia russa vede comunque una crescita di consumi ed investimenti del 10% nell’ultimo triennio. Questo ha portato ad una crescita del PIL del 3,6% nel 2023. In pratica, la situazione economica della Russia non appare catastrofica nel breve periodo, ma le difficoltà continuano ad esserci.