Caregivers, pioggia di sussidi: col nuovo anno si può respirare | Maxi aiuto per le famiglie
Caregivers, se ti prendi cura di un familiare hai diritto a una serie di incentivi. Ecco quali sono e come non perderne nemmeno uno!
Chi supporta un anziano o una persona non autosufficiente ora avrà più possibilità di accesso a un incentivo del Governo molto importante. Infatti, chi si occupa di una persona che ha bisogno in famiglia fa dei sacrifici e delle rinunce per seguirla.
Lo Stato ora prende in considerazione quello che è un lavoro a tempo pieno, ma non sempre preso in considerazione dai più, con un bonus pensato per i caregivers. Come funziona e come ottenerlo?
Per avere il bonus è necessario rispettare alcune condizioni e tenere in considerazione anche l’indicazione economica equivalente, cioè avere un ISEE aggiornato. Quanto ti spetta in base alla tua situazione?
La novità attiva già nel 2025 darà una mano a molte famiglie. Scopri ora se sei il prossimo e come funziona il bonus. Quanto ti spetta e quali sono le indicazioni che arrivano direttamente dal Ministero dopo la Manovra?
Come funziona
L’assegno di cura è un importante sostegno economico per chi si prende cura di anziani o disabili non autosufficienti. L’assegno può essere destinato alla persona assistita per finanziare cure domiciliari o alla famiglia che se ne occupa. Gli importi variano tra 50 e alcune centinaia di euro, in base a ISEE, patologie e patrimonio del nucleo familiare.
I caregivers possono beneficiare di tre giorni di permesso mensile retribuito. Questi permessi sono concessi a lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che assistono disabili in situazione di gravità non ricoverati a tempo pieno. Il caregiver deve essere un parente entro il secondo grado o, in alcuni casi, entro il terzo grado. È possibile assistere più persone disabili e scegliere la sede di lavoro. I permessi rientrano nei contributi.
Gli altri incentivi
Il congedo straordinario per i caregivers fino a un massimo di due anni nell’arco della vita lavorativa, anche frazionati. L’indennità corrisponde all’ultima retribuzione mensile percepita, più rivalutazione ISTAT. Il periodo di congedo, anche se non è valido per ferie o TFR, rientra nel calcolo dei contributi.
I caregivers possono accedere all’Ape sociale, un anticipo pensionistico che consente di ritirarsi dal lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima della pensione di vecchiaia, con almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi. L’indennità, erogata dall’INPS, è pari alla pensione maturata fino a un massimo di 1.500 euro mensili. L’Opzione donna è una possibilità dedicata a lavoratrici caregivers, che permette di andare in pensione con 35 anni di contributi e un’età minima tra 59 e 61 anni, in base al numero di figli.