Tari, il Comune si ribella e lo cancella per sempre: finalmente i cittadini non dovranno più pagarlo
Tari, la tassa sui rifiuti resta una delle amare sorprese per la fine dell’anno. In un Comune hanno rinunciato. Ecco dove!
In Italia, la raccolta differenziata è un pilastro della gestione sostenibile dei rifiuti. Separare carta, plastica, vetro, organico e indifferenziato consente di ridurre l’impatto ambientale e di recuperare materiali utili. Un sistema efficiente di differenziazione promuove il riciclo.
L’Italia ha fatto passi avanti nella raccolta differenziata, con regioni come il Veneto che raggiungono tassi superiori all’80%. Restano disparità regionali, soprattutto al Sud, dove infrastrutture insufficienti e una gestione inefficace limitano i progressi.
Piccoli gesti quotidiani, come il corretto smaltimento dei rifiuti, fanno una grande differenza per l’ambiente. Campagne di educazione ambientale e incentivi locali stimolano la partecipazione e riducono le tasse come la Tari.
In un Comune sono anche riusciti a eliminare la tassa grazie a un uso consapevole dei rifiuti. Cosa è successo e come ci sono riusciti? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito e come ripetere l’esperienza anche in altre realtà.
Cos’è la Tari
La TARI (Tassa sui Rifiuti) è un’imposta comunale obbligatoria istituita in Italia per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Introdotta nel 2014 con la Legge di Stabilità, ha sostituito precedenti tributi come la TARSU e la TARES. La TARI è applicata a tutti coloro che occupano o detengono immobili a qualsiasi titolo, siano essi abitazioni, attività commerciali o industriali. L’importo della tassa si calcola in base alla superficie dell’immobile, al numero di occupanti e alla tipologia di utilizzo, e serve a coprire i costi sostenuti dai comuni per il ciclo integrato dei rifiuti.
La TARI è composta da due parti: una quota fissa e una variabile. La quota fissa dipende dalla metratura dell’immobile e dalle caratteristiche dello stesso, mentre la quota variabile tiene conto del numero di persone residenti o del tipo di attività svolta. Ogni comune stabilisce le tariffe, che possono variare in base alla qualità del servizio offerto e agli obiettivi di raccolta differenziata raggiunti. Alcuni comuni prevedono agevolazioni o riduzioni, come per le famiglie numerose, i pensionati o le attività stagionali.
Cosa è successo
A partire dal 1° gennaio 2025, a Granarolo dell’Emilia sarà abolita la Tari per fare spazio alla Tcp, la Tariffa Corrispettiva Puntuale. Questo nuovo sistema, annunciato da Hera, calcolerà la bolletta dei rifiuti in base alla quantità effettiva di indifferenziato.
La Tcp prevede che alla bolletta tradizionale si aggiunga una quota variabile legata alla quantità di indifferenziato che si produce in un anno. Se questa soglia viene superata, saranno applicati costi nella bolletta di conguaglio. Così in questo piccolo Comune non c’è più la Tari.