L’allarme è partito, questo sarà l’ultimo Natale per le famiglie italiane: la festività è cancellata per sempre
Ormai sembra essere ufficiale, e l’allarme è già partito. Molte famiglie il prossimo anno dovranno rinunciare al Natale.
Nel corso della storia, diverse festività sono state eliminate o ridimensionate per ragioni politiche, sociali o religiose. La cancellazione di una festività spesso riflette cambiamenti nelle priorità culturali o economiche di una società.
Un esempio significativo è l’abolizione di alcune festività religiose nei paesi laici o a maggioranza non religiosa. In Europa, ad esempio, alcune festività cristiane sono state ridotte a giorni lavorativi per incrementare la produttività economica.
In altri casi, festività civili vengono eliminate o trasformate per adattarsi a nuovi contesti politici. Un esempio è la riduzione delle celebrazioni legate a regimi passati o monarchie abolite, che perdono significato in contesti repubblicani.
Nonostante la cancellazione formale, molte di queste festività continuano a essere celebrate in forma privata o comunitaria.
Un aumento imprevisto
Il 2024 ha segnato un momento critico per le materie prime alimentari, con aumenti significativi nei prezzi di caffè e cacao. I futures sul cacao a New York hanno registrato un incremento del 160%, spingendo analisti e trader a considerare questo mercato altamente volatile. Le condizioni climatiche avverse e la scarsità di offerta in Africa occidentale, regione che produce circa il 75% del cacao mondiale, hanno aggravato questa situazione. Il deficit produttivo nella campagna 2023-2024 è stato il più grave degli ultimi 60 anni, con ripercussioni sui costi globali.
Anche il caffè ha subito un’impennata notevole, raggiungendo i prezzi più alti dal 1977. La qualità robusta, in particolare, ha toccato livelli record, mentre il mercato si mantiene instabile e imprevedibile. Sebbene il cacao e il caffè siano materie prime interessanti per i trader, gli esperti raccomandano cautela, evidenziando che la complessità di questi mercati rende rischiosa qualsiasi operazione per investitori non esperti.
Un altro problema molto grave
Il mercato delle uova non è stato esente da tensioni, con un aumento costante dei prezzi dovuto principalmente all’influenza aviaria. Questo fenomeno ha interrotto l’approvvigionamento e ridotto la dimensione degli allevamenti di pollame, causando una scarsità dell’offerta che si è riflessa nei costi. Nel 2023, i prezzi delle uova all’ingrosso sono aumentati del 55%, un trend che continua a pesare sui consumatori finali e che si prevede persisterà nel 2025.
I costi più elevati delle uova sono stati accentuati dagli aumenti stagionali durante le festività. Gli esperti sottolineano che, nonostante i prezzi all’ingrosso siano in aumento, quelli al dettaglio variano notevolmente. La combinazione tra le dinamiche di mercato e l’impatto dell’influenza aviaria rappresenta una sfida sia per i produttori che per i consumatori, rendendo necessario un monitoraggio costante del settore per affrontare questa crisi.