Non sappiamo più dove fare la spesa | Conad, clienti disperati dopo l’annuncio: chiusura definitiva
Lo storico punto vendita chiude al pubblico, nonostante le proteste di decine di residenti. Il disappunto delle istituzioni e dei cittadini più anziani
La previsione emanata dall’associazione rappresentatrice delle aziende italiane Confesercenti, frutto di uno studio denominato ‘Il Commercio oggi e domani‘ evidenzia una cupa realtà che prevederebbe la chiusura di circa 18 negozi al giorno nel nostro paese.
Tra i fattori a contribuzione, secondo lo studio stesso, sarebbe l’inflazione a mietere più vittime in assoluto, specie dopo il periodo Covid. Infatti, anche i negozianti che sembravano star assistendo ad un periodo di lenta ma consistente ripresa durante la fase post pandemica, sono stati colpiti in maniera definitivamente compromettente.
Basti pensare che negli ultimi 6 anni oltre 52.000 negozi in tutto lo Stivale hanno chiuso le proprie saracinesche per sempre. E ciò è avvenuto nonostante le stime abbiano evidenziato come i luoghi fisici siano ancora prediletti dalla maggior parte degli italiani, anche dai più giovani.
La perdita di potere d’acquisto, sottolineata da un crollo di oltre 14 miliardi di euro in appena un biennio – circa 540 euro in meno per ogni nucleo famigliare – è un altro fattore che ha contribuito inevitabilmente a gravare sulle piccole attività di quartiere, impossibilitate nell’offrire una concreta concorrenza rispetto allo shopping online.
L’inevitabile protesta
I residenti del quartiere torinese di Borgo Aurora, lo scorso giugno hanno dato vita ad una vera e propria protesta simbolica dinnanzi alla storica sede del supermercato locale, che aveva servito l’intero isolato negli ultimi anni: il Conad sito in Largo Palermo 71. In merito all’avvenimento sono intervenuti attivamente anche l’assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, affiancato dal presidente della Circoscrizione 7 di Torino, Luca Deri, che hanno avuto un confronto diretto con la cittadinanza locale.
La gente si è detta molto preoccupata per la chiusura del punto commerciale, divenuta poi effettiva a partire dal 22 giugno; si è trattato di un’ulteriore batosta per i residenti della zona, che soltanto qualche anno prima – era il 2017 – avevano dovuto fronteggiare la chiusura del piccolo supermercato Crai sito in Corso Giulio Cesare.
Le reazioni
L’arresto dell’attività del Conad sarebbe avvenuta per motivi di sicurezza, ma spiegare le motivazioni non ha di certo contribuito ad acquiescere lo spirito dei cittadini, preoccupati in quanto sprovvisti, ora, di un luogo sicuro dove recarsi a fare la spesa. L’elemento che genera maggior perplessità, soprattutto nelle istituzioni, è il fatto che il quartiere residenziale sia abitato da molti soggetti anziani, coloro che invocano più di tutti un aiuto concreto da parte delle istituzioni.
Nonostante la netta posizione assunta proprio dal presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri, che aveva espresso il suo ausilio in vicinanza dei cittadini per cercare di evitare la chiusura definitiva del punto vendita, la decisione presa dalla Eni – società gestrice del supermercato – è stata irremovibile, concretizzandosi con la definitiva cessazione dell’attività. Il rischio che questo stabile abbandonato e, per il momento, non riconvertito in nessun tipo di attività commerciale possa divenire un luogo di proliferazione di vandalismo e tossicodipendenza è molto alto; uno scenario già visto se si vanno ad analizzare i tragici destini a cui vanno incontro gli immobili dismessi in tutta Italia.