IMU, addio alla tassa sulla seconda casa | Giustizia è stata fatta: gli italiani non ne potevano più
IMU, non paghi la tassa sulla seconda casa. Com’è possibile e come approfittare di questa novità nella tua situazione? Scoprilo ora!
Possedere più case comporta un carico fiscale più elevato rispetto a chi ne ha una sola. Oltre all’IMU e alla TASI, che incidono su ogni immobile, ci sono poi le imposte di registro e i tributi locali che possono cambiare da comune a comune. Se le case sono date in affitto, si aggiungono le imposte sui redditi da locazione.
Avere più case significa affrontare spese impreviste con maggiore frequenza. Un guasto all’impianto idraulico, un tetto che perde, un’installazione da rinnovare: questi eventi possono capitare in qualsiasi momento e richiedono un esborso economico importante.
Se le case sono in condominio, le spese condominiali cambiano a seconda delle dimensioni del condominio, dei servizi offerti e delle manutenzioni necessarie. Tutte queste spese poi diventano un salasso.
Ora c’è una novità importante per chi ha la seconda casa: c’è la possibilità di non pagare più l’IMU. Ecco perché e come funziona per questi proprietari. La Cassazione non lascia dubbi su come pagare l’Imu!
L’Imu sulle seconde case
L’IMU, Imposta Municipale Unica, è un tributo locale che grava sui proprietari di immobili. Quando si parla di seconda casa, si intende qualsiasi immobile posseduto oltre a quello adibito ad abitazione principale.
L’aliquota IMU sulla seconda casa è determinata da ogni singolo comune e può cambiare di anno in anno. In generale, l’aliquota applicata alle seconde case è superiore a quella applicata all’abitazione principale. Il calcolo dell’IMU si basa sulla rendita catastale dell’immobile e sull’aliquota stabilita dal comune. Come evitarlo?
Cosa dice la Cassazione
La normativa sull’IMU cambia grazie alla sentenza n. 209 del 2022 della Corte Costituzionale. Questa sentenza ha introdotto un principio: se uno dei coniugi utilizza un immobile come abitazione principale, anche se non è l’abitazione principale del nucleo familiare, non è tenuto a versare l’IMU su quell’immobile. Questo significa che le esigenze individuali, come quelle lavorative, possono ora essere considerate ai fini dell’esenzione dall’IMU.
La Corte Costituzionale ha ampliato il concetto di “abitazione principale”. Non è più necessario che tutti i componenti del nucleo familiare risiedono nello stesso immobile per beneficiare dell’esenzione IMU. Ora, ciò che conta è la residenza anagrafica e la dimora abituale del singolo contribuente. Questa nuova interpretazione offre maggiore flessibilità ai contribuenti, così puoi personalizzare la scelta dell’abitazione principale in base alle tue esigenze e circostanze. La notizia arriva da infobuild.it.