Casa di proprietà, le tasse aumentano ancora: sarà un 2025 da incubo | La nuova cifra fa venire i brividi
Brutte notizie per i proprietari di immobile: aumentano le tasse sulle case di proprietà, scopri tutti i dettagli.
Le tasse sulla casa, da sempre al centro del dibattito economico, rappresentano uno degli oneri fiscali più significativi per i cittadini italiani. Nonostante le agevolazioni per la prima abitazione, la situazione cambia radicalmente quando si parla di immobili diversi dall’abitazione principale. Proprietari e investitori si trovano spesso ad affrontare una molteplicità di imposte che, sommate tra loro, pesano considerevolmente sui bilanci familiari.
Tra le principali voci di spesa troviamo l’Imu e la Tari, che sono sempre dovute per le seconde case, con pochissime eccezioni. L’assenza di un’armonizzazione nazionale delle aliquote, poi, contribuisce a creare un sistema fiscale complesso, dove ogni Comune applica criteri propri. Per molti proprietari, orientarsi tra obblighi e scadenze è una vera sfida, che rischia di tradursi in errori o ritardi sanzionabili.
L’aumento del carico fiscale è ulteriormente aggravato dalle normative che regolano la tassazione sul reddito prodotto dagli immobili. Ad esempio, per le case affittate, i proprietari devono scegliere tra tassazione ordinaria o cedolare secca.
Quest’ultima, nonostante rappresenti una possibile agevolazione, ha visto negli ultimi anni un incremento delle aliquote per alcune categorie specifiche, come nel caso degli affitti brevi.
Imu, Irpef e altre imposte sulle seconde case
I proprietari di seconde case non possono evitare di confrontarsi con un sistema fiscale che sembra progettato per disincentivare il possesso di immobili diversi dalla prima abitazione. L’Imu, ad esempio, è dovuta in misura piena per le seconde case, salvo rari casi di agevolazioni comunali. Anche la Tari è sempre a carico del proprietario, salvo quando l’immobile è affittato, e in alcuni casi sono previsti solo piccoli sconti per gli immobili utilizzati saltuariamente.
Per chi decide di affittare la propria seconda casa, la situazione è tutt’altro che semplice. L’Irpef può gravare pesantemente sui redditi percepiti, soprattutto quando i canoni di locazione si sommano ad altri introiti. Anche la cedolare secca, spesso scelta come alternativa, presenta costi rilevanti: le aliquote variano dal 21% al 26%, a seconda del tipo di contratto e della destinazione d’uso dell’immobile.
Le nuove cifre per il 2025
Nel 2025, però, il sistema fiscale sulle seconde case subirà un ulteriore inasprimento. Gli aumenti interesseranno sia l’Imu che l’Irpef, con una particolare attenzione alle case sfitte nello stesso Comune dell’abitazione principale. In questi casi, infatti, sarà necessario pagare entrambe le imposte, un aggravio che rischia di mettere in difficoltà molti proprietari.
Non solo: la cedolare secca sugli affitti brevi vedrà un ulteriore ritocco verso l’alto, con l’aliquota che potrebbe superare il 26% per alcune categorie di locazioni turistiche. Anche le rendite catastali aggiornate per immobili ristrutturati continueranno a far crescere il carico fiscale, rendendo sempre meno conveniente il possesso di immobili destinati a usi non abitativi. Un vero incubo per chi, dal prossimo anno, dovrà affrontare una stangata senza precedenti.