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Daniela Santanché è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio per il caso Visibilia

Daniela Santanché rinviata a giudizio: il procedimento giudiziario che accende i riflettori sul mondo della finanza e dell’editoria.

Il caso Visibilia rappresenta uno dei capitoli più discussi nell’ambito dell’imprenditoria e della gestione societaria in Italia. Fondato da Daniela Santanché, il gruppo si è imposto come attore rilevante nel panorama editoriale, prima che la sua fondatrice decidesse di abbandonare le cariche operative per assumere ruoli istituzionali. Tuttavia, la vicenda ha assunto contorni sempre più complessi e ha attirato l’attenzione delle autorità giudiziarie.

Le indagini, avviate già alcuni anni fa, si sono concentrate su presunte irregolarità nei bilanci di alcune società del gruppo. Accuse di falsificazione e mala gestione si sono intrecciate a vicende personali e professionali di Santanché, e hanno sollevato interrogativi sul delicato confine tra strategia aziendale e legalità. Al centro delle polemiche si trovano presunti piani industriali dalle proiezioni ritenute non realistiche, fattore che avrebbe contribuito a mantenere attive società in difficoltà finanziaria.

L’impatto del caso non si limita però al profilo legale. Le ripercussioni si sono fatte sentire anche sugli investitori, molti dei quali hanno denunciato perdite ingenti. La vicenda ha portato alla luce la fragilità di un sistema in cui, secondo le accuse, la trasparenza contabile avrebbe lasciato spazio a manovre finanziarie per mascherare perdite significative.

Le accuse legate a Visibilia

La Procura di Milano ha svolto un lavoro articolato per ricostruire la dinamica dei fatti, e ha portato alla luce una serie di presunte irregolarità. Tra i principali elementi emersi c’è la contestazione di falsi bilanci tra il 2016 e il 2022, periodo in cui i documenti contabili avrebbero occultato perdite milionarie per garantire la continuità del gruppo editoriale.

L’operazione giudiziaria ha coinvolto diversi attori, inclusi ex amministratori e collaboratori di Visibilia. I giudici hanno dichiarato prescritti i reati per alcuni anni del periodo indagato, ma hanno accolto patteggiamenti e sanzioni per alcuni imputati. Tuttavia, per altri, tra cui Daniela Santanché, il procedimento prosegue, con il rinvio a giudizio deciso dalla gup Anna Magelli.

Daniela Santanché (La7 screenshot) – www.financecue.it

Santanché a processo: il dibattimento di marzo

Con l’apertura del processo fissata per il prossimo 20 marzo, Daniela Santanché si troverà per la prima volta a rispondere delle accuse in qualità di imprenditrice. La senatrice, insieme ad altri 16 imputati, dovrà difendersi dall’accusa di false comunicazioni sociali, un reato che, se provato, potrebbe avere implicazioni significative non solo sul piano giudiziario, ma anche politico e personale.

Il legale di Santanché, Nicolò Pelanda, ha dichiarato che la decisione del rinvio a giudizio ha lasciato “amaro in bocca”, ma si è detto pronto a dimostrare l’estraneità della sua assistita alle accuse. Nel frattempo, i pubblici ministeri puntano sulla mole di prove raccolte e sui patteggiamenti già accettati per rafforzare la loro posizione. Sarà il tribunale, nei prossimi mesi, a valutare se i bilanci di Visibilia siano stati effettivamente alterati per mascherare la crisi finanziaria del gruppo e tutelare gli interessi degli imputati.

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Ilenia Albanese