Trump e i dazi, il Made in Italy può guardare altrove. Dall’Arabia Saudita fino al Vietnam, ecco i nuovi mercati
Trump e i dazi spingono l’Italia a esplorare nuovi mercati: dall’Arabia Saudita al Vietnam, opportunità emergenti per il Made in Italy.
L’Italia ha un dono speciale: sa trasformare la creatività in eccellenza. Da sempre, esportare è stato il nostro modo di raccontare al mondo chi siamo e cosa sappiamo fare meglio. Dal cibo alla moda, dai macchinari di precisione al design, il “made in Italy” è un biglietto da visita che funziona ovunque. Ma, inutile girarci intorno, oggi il contesto è più complicato. Tra tensioni geopolitiche e nuove barriere commerciali, fare affari con l’estero è diventato una sfida che richiede visione e flessibilità.
Gli Stati Uniti sono sempre stati un punto fermo per le nostre esportazioni, quasi una certezza. Ma il ritorno di Donald Trump e i suoi piani per aumentare i dazi sui prodotti europei rischiano di cambiare le regole del gioco. Non stiamo parlando di piccole modifiche: dazi tra il 10% e il 20% metterebbero sotto pressione settori chiave come il vino, la moda, l’agroalimentare e la meccanica. Per molte imprese, potrebbe essere un colpo difficile da assorbire.
Non è la prima volta che Trump usa i dazi come arma politica. Già durante il suo primo mandato, molte eccellenze italiane – dal Parmigiano al prosecco – sono finite nel mirino, con conseguenze che ancora ricordiamo bene. I costi più alti hanno messo in difficoltà tante piccole e medie imprese, costringendole a ridurre i margini o a perdere spazio sul mercato.
Adesso, con i nuovi dazi, lo scenario si fa ancora più complicato. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno importato prodotti italiani per oltre 53 miliardi di euro, rappresentando circa il 10% del nostro export totale. Un mercato fondamentale, certo, ma anche fragile. Se queste tariffe dovessero entrare in vigore, le nostre aziende rischierebbero di perdere competitività proprio in uno dei loro mercati di punta. Per settori come la moda o l’agroalimentare, già oggi molto esposti, sarebbe un problema enorme.
Trump e dazi, esplorare nuovi mercati: un’opportunità da cogliere
Ma se gli Stati Uniti diventano meno accessibili, è il momento di guardare altrove. E le alternative non mancano. I Paesi del Golfo, per esempio, stanno mostrando un interesse crescente per il nostro “made in Italy”. Emirati Arabi e Arabia Saudita, in particolare, stanno registrando una crescita impressionante delle importazioni italiane: +21,9% e +29% negli ultimi mesi. Questi mercati, affamati di lusso e qualità, rappresentano un’opportunità che non possiamo ignorare.
E poi c’è l’Asia. Il Vietnam, in particolare, ha visto un boom del +35% nelle importazioni di prodotti italiani. Anche Paesi come India, Brasile, Turchia e Messico stanno dimostrando di essere terreno fertile per le nostre eccellenze. Certo, entrare in questi mercati non è una passeggiata: servono investimenti, strategie su misura e una buona dose di pazienza. Ma il potenziale è enorme, e l’Italia ha tutto quello che serve per cogliere queste opportunità.
Trump e dazi, il futuro del “Made in Italy”
Se c’è una lezione che possiamo trarre da questa situazione, è che non possiamo più permetterci di dipendere troppo da mercati tradizionali come gli Stati Uniti. Il mondo sta cambiando rapidamente, e il nostro export deve cambiare con esso. La forza del “made in Italy” è nella sua unicità: un mix di tradizione, innovazione e creatività che non ha eguali. Ed è questo che ci permette di fare la differenza, non importa dove andiamo.
I mercati emergenti, dal Medio Oriente al Sud-Est asiatico, stanno chiedendo proprio quello che noi possiamo offrire: prodotti di qualità, sostenibili e con una storia da raccontare. Per mantenere il nostro vantaggio competitivo, però, dobbiamo investire. Innovazione, tecnologia e una promozione più mirata sono gli strumenti chiave per affrontare le sfide del futuro. Se Trump deciderà davvero di mettere i dazi, sarà una doccia fredda per molte imprese italiane. Ma la storia ci insegna che l’Italia ha sempre saputo trasformare le difficoltà in opportunità. Questa potrebbe essere l’occasione per ampliare i nostri orizzonti, per portare il “made in Italy” in mercati nuovi e in continua crescita. Il mondo è grande, e noi siamo pronti a farci strada.