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Ape Sociale, d’ora in avanti cambia tutto: nel 2025 arriva lo STOP | Nessuna pace nemmeno da anziani

Anziani pensionati

Anziani pensionati (Depositphotos) www.financecue.it

Grossi cambiamenti in arrivo nel 2025, ora cambia tutto: l’Ape Sociale non spetta più a queste categorie di persone!

Tra le misure previdenziali italiane, l’Ape sociale rappresenta un’opportunità significativa per chi desidera anticipare il pensionamento. Questo strumento, introdotto negli anni recenti, si rivolge a lavoratori in difficoltà, offrendo un’alternativa al pensionamento ordinario per specifiche categorie come caregiver, disoccupati, invalidi e addetti a lavori gravosi. La sua natura assistenziale e non contributiva la rende unica nel panorama delle politiche pensionistiche.

Il governo Meloni ha confermato la misura per il 2024, mantenendo in vigore questa possibilità fino al 31 dicembre di quell’anno, evitando così una sua chiusura anticipata. Tuttavia, l’Ape sociale continua a suscitare dibattiti e interesse, dato che offre una via d’uscita anticipata dal mondo lavorativo, seppur con requisiti stringenti e ben definiti.

Uno degli aspetti più rilevanti riguarda il legame tra l’Ape sociale e la disoccupazione. In particolare, l’accesso alla misura è strettamente connesso alla fruizione della Naspi, il sussidio di disoccupazione. Chi intende accedere all’Ape sociale deve aver precedentemente percepito la Naspi, completandone la durata. Questo vincolo crea spesso complessità per chi desidera sfruttare l’agevolazione, dato che la modalità con cui si lascia il lavoro influisce direttamente sull’accesso al beneficio.

Alcuni lavoratori hanno cercato di aggirare le restrizioni, utilizzando strategie come dimissioni seguite da brevi assunzioni o licenziamenti concordati. Tuttavia, l’INPS e le norme vigenti hanno rafforzato i controlli, rendendo sempre più difficile ottenere la Naspi e, conseguentemente, accedere all’Ape sociale in modo non conforme.

Ape sociale e naspi: le nuove regole in arrivo nel 2025

Secondo quanto riportato da Investire Oggi, il 2025 porterà novità importanti per l’Ape sociale, legate indirettamente alle modifiche sulla Naspi. Da quest’anno, per essere considerate valide, le nuove assunzioni successive alle dimissioni volontarie dovranno durare almeno 13 settimane. Questo cambiamento riduce drasticamente le possibilità di ottenere la disoccupazione in maniera strumentale e di accedere poi all’Ape sociale.

Le modifiche non si fermano qui. Un ulteriore aggiornamento prevede che i licenziamenti per giusta causa, causati da assenze ingiustificate e reiterate, saranno assimilati a dimissioni volontarie. In queste situazioni, non solo si perde il diritto alla Naspi, ma anche l’accesso all’Ape sociale. Questa stretta normativa colpirà soprattutto i lavoratori disoccupati involontari che in passato rappresentavano una delle categorie principali beneficiarie dell’Ape sociale.

Una persona dopo aver perso il lavoro (Pixabay)
Una persona dopo aver perso il lavoro (Pixabay FOTO) – www.financecue.it

Le categorie più colpite dalle nuove restrizioni

Le modifiche annunciate per il 2025 avranno un impatto rilevante su diverse categorie di lavoratori. In particolare, i disoccupati involontari, che in passato rappresentavano il gruppo principale a usufruire dell’Ape sociale, potrebbero trovarsi in difficoltà nel soddisfare i nuovi requisiti.

Anche chi svolge lavori gravosi potrebbe risentire delle nuove restrizioni, soprattutto se dovesse verificarsi una perdita del lavoro non riconosciuta come licenziamento idoneo ai fini della Naspi. Le modifiche introdotte puntano a evitare abusi, ma rischiano di penalizzare proprio le fasce più deboli, per le quali l’Ape sociale rappresentava una risorsa fondamentale.

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