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Trump prende una decisione inaspettata: l’agenzia USAID è a rischio chiusura. Che cosa sta succedendo negli Stati Uniti.
L’USAID è da decenni il braccio degli Stati Uniti per gli aiuti internazionali, un’agenzia che interviene nelle emergenze umanitarie, sostiene lo sviluppo economico e promuove la stabilità in giro per il mondo. Dai programmi contro la fame in Africa agli aiuti per i rifugiati in Medio Oriente, il suo lavoro ha toccato milioni di persone. Ma ora, il suo futuro è appeso a un filo.
Negli ultimi anni, l’agenzia ha affrontato tagli e pressioni politiche, con alcuni che la considerano un’istituzione fondamentale e altri che la vedono come un’operazione troppo costosa e inefficace. L’amministrazione Trump, in particolare, ha più volte tentato di ridimensionarla, sostenendo che gli aiuti esteri dovrebbero essere gestiti in modo più controllato e con meno sprechi. Questo dibattito si è acceso ancora di più dopo che il nuovo governo ha annunciato cambiamenti drastici.
Ora la situazione è diventata ancora più tesa. La possibilità di una chiusura totale o di una riorganizzazione radicale dell’USAID non è più solo un’ipotesi, ma uno scenario concreto.
La decisione sta facendo discutere non solo a Washington, ma anche a livello internazionale, con molte organizzazioni umanitarie preoccupate per le conseguenze di uno stop improvviso alle operazioni.
Secondo fonti vicine all’amministrazione, il piano di Trump prevede il licenziamento di quasi tutto il personale dell’USAID, passando da circa 10.000 dipendenti a meno di 300. Il New York Times ha rivelato che solo un piccolo gruppo di lavoratori resterà per gestire missioni umanitarie e sanitarie. Nel frattempo, chi è impiegato all’estero è stato avvisato che potrebbe dover tornare negli Stati Uniti entro 30 giorni.
La decisione ha scatenato una vera bufera legale. Un sindacato e l’American Foreign Service Association hanno citato in giudizio Trump, accusandolo di aver preso questa iniziativa in modo incostituzionale. Secondo i querelanti, solo il Congresso può sciogliere un’agenzia federale e il licenziamento di massa sta creando una crisi umanitaria senza precedenti.
Ad alimentare il dibattito è intervenuto anche Elon Musk, che sui social ha espresso il suo sostegno alla chiusura dell’agenzia. In un post su X, ha definito l’USAID una “operazione politica di estrema sinistra” e ha dichiarato di aver chiesto conferma a Trump prima della decisione finale. Secondo lui, l’agenzia è “irrecuperabile” e la soluzione migliore è chiuderla del tutto.
Nel frattempo, come riportato da Forbes, i primi effetti della decisione si stanno già facendo sentire: molti dipendenti non hanno più accesso ai sistemi informatici, alcuni uffici sono stati svuotati e gli account social dell’USAID sono spariti o sono stati bloccati. A Washington, cresce la mobilitazione: per mercoledì è prevista una grande manifestazione, con senatori e attivisti che chiederanno a gran voce di fermare questa chiusura.