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Risiko bancario: il gioco delle fusioni tra le grandi banche

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Immagine di una Banca (Canva foto) - www.financecue.it

Il consolidamento bancario e la corsa alle fusioni nel settore finanziario: il Risiko bancario fa mutare il settore.

Da anni nel settore bancario si gioca una partita fatta di fusioni, acquisizioni e alleanze strategiche. Le banche, per sopravvivere e restare competitive, cercano di diventare sempre più grandi, in un continuo effetto domino che cambia gli equilibri del mercato. Questo processo, chiamato “risiko bancario”, è una tendenza che riguarda non solo l’Italia, ma tutta l’Europa.

Alla base di questo fenomeno c’è la necessità di tagliare i costi, investire nella tecnologia e ampliare l’offerta di servizi. Oggi una piccola banca locale può trovarsi a competere con colossi internazionali che operano sullo stesso territorio, spesso con costi più bassi e strumenti più avanzati.

Per questo, gli istituti di credito cercano di unirsi o di acquisire altre banche, così da diventare più solidi e competitivi.

In Italia, il risiko bancario è entrato nel vivo. Per anni il nostro mercato è stato caratterizzato da molte banche di medie e piccole dimensioni, spesso legate ai territori. Ma il panorama sta cambiando rapidamente, con operazioni che stanno ridisegnando la mappa del settore.

Unicredit tenta il colpo su Banco BPM

L’ultima mossa arriva da Unicredit, che ha lanciato un’offerta per acquisire Banco BPM, il quinto istituto bancario italiano. Se l’operazione andasse in porto, nascerebbe un colosso capace di competere direttamente con Intesa Sanpaolo, attualmente la banca più grande d’Italia. Come ha scritto Il Post, questa operazione è l’ennesimo capitolo del risiko bancario, un gioco di potere e strategie che sta trasformando il settore.

Ma perché Unicredit vuole Banco BPM? Il motivo è semplice: Banco BPM ha una forte presenza territoriale e una solida attività nella gestione del risparmio, grazie anche all’acquisizione recente di Anima SGR. Per Unicredit, inglobare queste attività significherebbe rafforzarsi nella finanza locale e nella gestione dei patrimoni, diventando il gruppo bancario più grande del Paese, superando persino Intesa Sanpaolo.

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Immagine di una Banca (Canva foto) – www.financecue.it

Lo scontro con il governo e gli scenari futuri

Non tutti, però, vedono questa operazione di buon occhio. Il governo italiano non ha gradito la mossa, temendo che possa ostacolare la vendita di Monte dei Paschi di Siena (MPS), ancora controllata dallo Stato. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ricordato che il governo potrebbe usare il golden power, uno strumento che permette di bloccare acquisizioni considerate strategiche. Anche Matteo Salvini ha criticato l’operazione, sostenendo che Unicredit sia ormai “poco italiana” e che questa mossa possa essere un ostacolo alla nascita di un “terzo polo” bancario nazionale.

Il risiko bancario, insomma, è ben lontano dalla fine. Le grandi banche cercano di crescere per restare competitive, ma ogni fusione ha conseguenze. Meno istituti possono significare meno concorrenza e, nel lungo periodo, servizi bancari più costosi per i clienti. Il futuro del settore dipenderà dalle mosse delle banche, dalle scelte politiche e dalle regole europee. La partita è ancora aperta.