Assegno Unico, nuovo obbligo per continuare a incassarlo | Il 28 febbraio scade il tempo
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Famiglia di spalle (Pixabay foto) - www.financecue.it
Scadenza imminente per l’Assegno Unico: senza questo adempimento obbligatorio, l’importo potrebbe essere ridotto.
Per molte famiglie italiane, l’Assegno Unico Universale rappresenta un aiuto economico essenziale. Ogni mese, milioni di persone lo ricevono per sostenere le spese legate ai figli a carico. Ma come spesso accade con i contributi statali, ci sono delle regole da rispettare per continuare a incassarlo senza intoppi. E, proprio in questo periodo, è emersa una novità che sta mettendo in allerta tantissimi beneficiari.
Ogni anno, le modalità di erogazione dell’assegno possono subire cambiamenti, e chi non presta attenzione alle comunicazioni ufficiali rischia brutte sorprese. Basta un errore o una dimenticanza per vedersi ridurre l’importo senza preavviso. E diciamocelo: con il costo della vita in aumento, perdere anche solo una parte di questo sostegno può fare davvero la differenza nel bilancio familiare.
Negli ultimi giorni, si è diffuso un certo panico tra chi percepisce l’Assegno Unico. Il motivo? Un adempimento obbligatorio che deve essere effettuato entro una data precisa, altrimenti l’importo rischia di scendere al minimo previsto. In molti si stanno già attivando per mettersi in regola, ma non tutti sono al corrente di questa scadenza cruciale.
Quindi, cosa bisogna fare esattamente per evitare brutte sorprese? Il tempo stringe, e chi non si adegua in tempo potrebbe ritrovarsi con un accredito molto più basso del solito. Vediamo di cosa si tratta e come muoversi per non rimanere fregati.
Un obbligo in scadenza il 28 febbraio
L’INPS ha confermato che per continuare a ricevere l’Assegno Unico senza variazioni, è necessario aggiornare l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) entro il 28 febbraio 2025. Questo aggiornamento si effettua tramite la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), un documento che serve a determinare la reale situazione economica della famiglia e, di conseguenza, l’importo corretto del beneficio.
Se questo passaggio viene dimenticato o rimandato oltre la scadenza, dal 1° marzo 2025 l’assegno verrà ridotto al minimo previsto per legge: 57 euro al mese per ogni figlio. Indipendentemente dal reddito familiare, senza un ISEE aggiornato tutti i beneficiari riceveranno la cifra base, senza maggiorazioni. Insomma, chi non si mette in regola rischia di perdere una bella fetta di aiuto economico. Ma c’è una buona notizia.
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Cosa succede se si dimentica l’aggiornamento?
Dimenticare di aggiornare l’ISEE non significa perdere definitivamente l’assegno, ma fino a quando non si regolarizza la situazione, verrà erogato solo l’importo minimo. La buona notizia è che c’è ancora una possibilità di recupero: chi aggiorna l’ISEE entro il 30 giugno 2025 potrà ricevere gli arretrati e ottenere il contributo pieno spettante. Superata questa data, invece, non sarà più possibile recuperare le somme perse.
Per evitare problemi, l’aggiornamento può essere fatto online attraverso il Portale Unico ISEE sul sito dell’INPS, tramite l’app INPS Mobile oppure rivolgendosi a un CAF o a un patronato. Visto che negli ultimi giorni prima della scadenza i sistemi potrebbero andare in tilt per le troppe richieste, meglio muoversi per tempo e non rischiare spiacevoli imprevisti.