Home » Primo Piano » Cassazione: i soldi di un conto cointestato non sono sempre divisi a metà

Cassazione: i soldi di un conto cointestato non sono sempre divisi a metà

coppia firma contratto per conto cointestato

Come si gestisce un conto cointestato (canva.com) - www.financecue.it

Conto corrente cointestato: la Cassazione chiarisce la proprietà del denaro, per cui cointestazione non significa condivisione

Un principio consolidato e non necessariamente corretto è quello secondo il quale un conto corrente cointestato è anche condiviso in termini di profitti e spese tra due persone.

Il conto corrente cointestato viene spesso anche visto come una forma di soluzione decisamente ideale per la gestione delle finanze familiari, soprattutto tra coniugi.

Tuttavia, come segnalato da Msn.com, una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha messo in discussione un principio fondamentale: il denaro depositato non è automaticamente diviso in parti necessariamente uguali tra i cointestatari. Questo contesta il principio di cui sopra anche in termini di indipendenza delle proprie risorse, nonché di possibilità di autodeterminazione nell’adoperare le proprie risorse finanziarie ed economiche.

Con la sentenza n. 1643 del 23 gennaio 2024, i giudici hanno stabilito che se uno dei cointestatari riesce a dimostrare di aver effettuato versamenti esclusivi, il denaro può essere considerato unicamente di sua proprietà.

Le norme del Codice Civile

Come riportato da Msn.com, secondo l’articolo 1854 del Codice Civile, i cointestatari di un conto corrente sono considerati creditori o debitori in solido rispetto al saldo presente. In assenza di prove contrarie, la legge presume una divisione equa delle somme depositate. Tuttavia, l’articolo 1298 chiarisce che, nei rapporti interni, l’obbligazione solidale si ripartisce tra i diversi debitori o creditori, a meno che non emerga chiaramente che il denaro sia destinato esclusivamente a uno di essi.

Qual è il caso esaminato dalla Cassazione? Nello specifico, la Corte Suprema si è occupata di una controversia tra due ex coniugi. La moglie aveva chiesto la restituzione di 200mila euro prelevati in precedenza dal marito da un conto cointestato tra i due. L’uomo sosteneva di avere diritto a utilizzare quel denaro poiché si trattava di un conto comune. Tuttavia, la Cassazione ha accolto la richiesta della donna, dimostrando che l’intera somma derivava esclusivamente da assegni circolari a lei intestati.

interno di tribunale con martello
Cosa dice la Corte di Cassazione (canva.com) – www.financecue.it

Implicazioni della sentenza

Questa sentenza rappresenta un cambiamento significativo nell’interpretazione della contitolarità dei conti correnti. In assenza di prove chiare riguardanti la provenienza condivisa del denaro, il principio della divisione automatica viene meno. Pertanto, chi desidera rivendicare la propria esclusiva titolarità su somme depositate in un conto cointestato deve prestare particolare attenzione a mantenere una documentazione dettagliata delle operazioni bancarie, conservando assegni, bonifici e qualsiasi altra prova utile.

La decisione della Cassazione potrebbe portare con sé ripercussioni rilevanti sulle future controversie legali relative a separazioni e divorzi, offrendo una base più rigorosa per determinare la proprietà effettiva del denaro depositato. Di conseguenza, è consigliabile adottare misure precauzionali per prevenire dispute e proteggere i propri interessi finanziari. Quando si tratta di aprire un conto in cui le finanze verranno condivise, è importante confrontarsi infatti su tutti i quid pro quo del caso.