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Il cuneo fiscale in Italia: che cos’è e come funziona

Il cuneo fiscale in Italia: di cosa parliamo e perché è importante quando ti arriva la busta paga o la pensione? Scoprilo ora!

Il cuneo fiscale è la differenza tra quanto costa un lavoratore all’azienda e lo stipendio netto che riceve. Immagina che il tuo datore di lavoro spenda 100 euro al mese per te, ma tu ne ricevi solo 70. I 30 euro mancanti sono il cuneo fiscale, tasse e contributi che lo Stato trattiene.

Questo cuneo è una somma di imposte e contributi che gravano sul lavoratore e sul datore di lavoro. Una parte viene trattenuta direttamente dalla tua busta paga, mentre l’altra è pagata dall’azienda. In Italia, il cuneo fiscale è alto rispetto ad altri Paesi.

Il cuneo fiscale incide sul tuo stipendio netto e sul costo del lavoro per le aziende. Un cuneo alto significa meno soldi in busta paga per te e maggiori spese per il tuo datore di lavoro. Per questo motivo si parla di ridurre il cuneo fiscale per aumentare gli stipendi e incentivare le assunzioni.

Analizziamo nel dettaglio gli aspetti più importanti del cuneo fiscale: come viene calcolato, chi lo paga, quali sono le conseguenze di un cuneo alto e come si può intervenire per ridurlo. Ecco come funziona per non farti prendere in giro!

Cos’è il cuneo fiscale

Il cuneo fiscale è la somma di tasse e contributi sullo stipendio. Questo “cuneo” si compone principalmente di due elementi: le imposte sul reddito (come l’IRPEF in Italia) e i contributi previdenziali (che finanziano pensioni e altre prestazioni sociali). Il cuneo fiscale viene espresso in percentuale e indica quanto incide la tassazione sul costo del lavoro. Un cuneo fiscale del 40% significa che su 100 euro spesi dall’azienda per un dipendente, 40 vanno allo Stato sotto forma di tasse e contributi, mentre il lavoratore ne riceve 60 come stipendio netto.

Chi paga il cuneo fiscale? La risposta è il lavoratore e il datore di lavoro, anche se in proporzioni diverse. Il lavoratore versa una parte del cuneo con le trattenute sulla busta paga: imposte sul reddito e una quota dei contributi previdenziali. Il datore di lavoro, invece, paga la parte restante del cuneo, che comprende i contributi previdenziali a suo carico. Un cuneo fiscale troppo alto può avere diverse conseguenze negative, come ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori e aumentare i costi per le aziende.

Firme in amministrazione (Canva Foto) – www.financecue.it

Come si calcola e gli interventi

Un cuneo fiscale alto limita la capacità di spesa e il tenore di vita del lavoratore. Per le aziende, un cuneo fiscale alto aumenta i costi di assunzione. Rende il Paese meno attraente per gli investimenti esteri e può incentivare l’evasione fiscale e il lavoro nero. In Italia, secondo Taxing Wages (OCSE), il cuneo fiscale è tra i più alti dei Paesi sviluppati, attestandosi al 47,9% nel 2016, con un costo del lavoro medio di 32.154 euro e una retribuzione netta di soli 17.447 euro (ISTAT).

Il calcolo del cuneo fiscale dipende dal reddito, dalla situazione familiare, dal tipo di contratto e le aliquote fiscali e contributive. Si calcola con la sottrazione dallo stipendio lordo tasse e contributi e la divisione del risultato per il costo totale del lavoro. Per ridurre il cuneo fiscale, i governi possono intervenire su diversi fronti: ridurre le aliquote fiscali e contributive, introdurre detrazioni e bonus, o agire sulla struttura del sistema fiscale. La notizia arriva da Adecco Group.

Published by
Annarita Faggioni