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Pensioni marzo, importi più bassi per questi italiani | “Quasi 100 euro in meno”: rispetto a febbraio è una tragedia

Cambio di programma, a marzo

Pensioni più basse a marzo (Freepik) - financecue.it

Rispetto a febbraio, nel mese di marzo, molti pensionati troveranno il cedolino della pensione piuttosto diminuito.

Le utenze comunali son una spesa fissa per ogni cittadino, e comprendono una serie di servizi essenziali per il funzionamento di abitazioni e attività commerciali. Costi che, stabiliti dai comuni, variano in base alla località e al consumo effettivo dei servizi.

Fra le principali utenze da pagare, rientrano la fornitura d’acqua, la raccolta, e lo smaltimento dei rifiuti (TARI); nonché, l’illuminazione pubblica. Tutti servizi atti, quindi, a garantire il benessere della collettività, e il mantenimento di infrastrutture fondamentali per la vita quotidiana.

Le tariffe, vengono calcolate in base a diversi fattori, come il numero dei componenti il nucleo familiare, i metri quadri dell’abitazione, e il consumo effettivo. E solo in alcuni casi, son previsti agevolazioni e sconti per le fasce di reddito più basse.

Pagare regolarmente le utenze comunali è un dovere civico, il quale consente di sostenere i servizi pubblici, e garantire il corretto funzionamento delle città. Motivo per cui, il mancato pagamento può comportare sanzioni e interessi di mora (tali, da rendere ancor più gravoso il saldo delle bollette in questione).

Pensioni: meno soldi per tutti, a marzo

Chi sperava in un aumento della pensione a marzo, dovrà purtroppo ricredersi. Poiché, contrariamente a quanto sostengano alcuni, il cedolino del prossimo mese sarà più basso rispetto a quello di febbraio. La rivalutazione delle pensioni prevista per il 2025 è, infatti, già stata effettuata a gennaio, insieme all’aumento straordinario delle pensioni minime. Inoltre, il taglio dell’Irpef (di cui si parla in questi giorni), non è ancora stato approvato, e non avrà comunque effetti immediati.

Il motivo della riduzione della pensione di marzo è legato alle trattenute fiscali. Non a caso, proprio questo mese torna la trattenuta dell’addizionale comunale in acconto per il 2025, che va ad aggiungersi a quella in saldo per il 2024. E queste trattenute, saranno applicate fino al cedolino di novembre, incidendo sugli importi percepiti dai pensionati. Tutto dipendente dai comuni con soglie di esenzione più alte (e in cui, alcuni pensionati potrebbero, dunque, non subire siffatta decurtazione).

I fattori che portano alla somma esatta delle imposte comunali
Come son calcolate le imposte comunali (Canva) – financecue.it

Come funzionano le addizionali comunali e regionali

Le addizionali comunali e regionali sono imposte calcolate in base al reddito, e stabilite da ciascuna amministrazione locale. L’INPS, trattiene le addizionali regionali in saldo, da gennaio a novembre dell’anno successivo, mentre quelle comunali, trattenute sia in acconto per l’anno in corso, che in saldo per quello precedente. L’acconto, rappresenta il 30% del totale dovuto, e viene detratto da marzo a novembre; al contrario del saldo, che segue, invece, le stesse modalità delle addizionali regionali.

L’impatto sulle pensioni dipende, quindi, dall’aliquota applicata nel Comune di residenza. E in grande centro come Roma, per esempio, con un’aliquota dello 0,9%, un pensionato con reddito lordo di 1.500 euro pagherà, circa, 58 euro al mese in acconto.