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Le franchigie NBA continuano a crescere di valore, trainate da investimenti, diritti TV e sponsorizzazioni record.
La NBA non è solo spettacolo e canestri, ma anche un’enorme macchina economica che macina miliardi. Negli ultimi anni, il valore delle franchigie è letteralmente schizzato alle stelle, trasformando le squadre in colossi finanziari. Oggi non si parla più solo di successi sul parquet, ma di investimenti, sponsorizzazioni e diritti TV che generano cifre da capogiro.
Quello che rende la lega così speciale è il suo modello di crescita, che riesce a far convivere giganti del mercato e squadre di provincia. Certo, le franchigie più blasonate capitalizzano meglio le loro vittorie, ma anche i team meno seguiti hanno visto il loro valore aumentare in modo considerevole. La NBA ha saputo creare un ecosistema in cui ogni squadra, grande o piccola, può beneficiare dell’onda lunga della sua espansione globale.
Uno dei principali motori di questa crescita è la visibilità internazionale. La NBA non è più solo un fenomeno americano: oggi ha fan in ogni angolo del pianeta, con mercati come la Cina e l’Europa che rappresentano una fonte inesauribile di ricavi. L’enorme giro d’affari che ruota attorno alle squadre non si limita più alla vendita dei biglietti o al merchandising, ma coinvolge sponsorizzazioni multimilionarie e contratti televisivi sempre più redditizi.
E così, mentre le squadre più forti consolidano il loro dominio anche a livello finanziario, quelle meno competitive si trovano comunque a navigare in acque sicure. Il valore delle franchigie continua a crescere, indipendentemente dal numero di trofei in bacheca. E questo è un dato che dice molto sullo stato di salute della lega.
Attualmente, una squadra NBA vale in media 4,66 miliardi di dollari, una cifra che la colloca tra due giganti dello sport americano: la NFL, con un valore medio di 6,49 miliardi, e la NHL, decisamente più in basso, con 1,92 miliardi. Questo dato mostra chiaramente quanto il basket professionistico sia ormai una delle industrie più redditizie al mondo.
Ma se c’è un team che svetta su tutti, quello sono i Golden State Warriors. La squadra di San Francisco è la più preziosa della lega, con una valutazione di 9,4 miliardi di dollari. Durante la stagione 2023-24, i Warriors hanno incassato 781 milioni di dollari, più di chiunque altro in NBA. E il loro successo economico non si basa solo sui risultati sportivi: possedere un’arena di proprietà, il Chase Center, ha permesso loro di generare entrate extra anche dagli eventi non legati al basket. Il capitolo sponsorizzazioni? Ancora più impressionante: quasi 200 milioni di dollari, il doppio rispetto a qualsiasi altra squadra.
Ma attenzione, non sono solo i grandi a guadagnarci. Anche i Memphis Grizzlies, che sulla carta sono la squadra con il valore più basso della lega, hanno visto una crescita notevole. Oggi il team vale 3,2 miliardi di dollari, un’enormità se si pensa che nel 2012 il proprietario Robert Pera l’ha acquistato per 377 milioni. Eppure, nonostante non abbiano mai raggiunto le finali NBA, il loro valore è cresciuto a un ritmo del 19% all’anno.
Questo dimostra che investire in una franchigia NBA è diventato un affare d’oro, anche senza essere tra i top team. La combinazione tra espansione internazionale, contratti TV faraonici e investimenti in infrastrutture ha trasformato qualsiasi squadra in un asset finanziario di primo livello. La NBA non è solo sport, è un business che continua a moltiplicare il suo valore anno dopo anno.