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Industria cinese in ripresa: nuovo slancio per l’export nonostante i dazi USA

Nell’ultima settimana di febbraio la Cina ha mostrato dati interessanti sulla sua produzione industriale e sull’export. Quali sono?

L’indice PMI, pubblicato da Caixin e S&P Global, per la Cina è salito a 50,8 punti a febbraio, rispetto a 50,1 di gennaio. Così sono 5 mesi che il dato è in espansione e mostra una velocità nella crescita del Paese asiatico.

Aumentano i nuovi ordini e la produzione, che hanno raggiunto i massimi degli ultimi tre mesi. I due mesi precedenti avevano mostrato dei cali. I produttori hanno lanciato delle novità nel manifatturiero secondo le dichiarazioni di esponenti cinesi.

L’aumento degli ordini di esportazione evidenzia una domanda esterna robusta, spinta dagli importatori statunitensi che hanno anticipato i dazi. La pressione commerciale si intensifica. Come si muoverà il colosso cinese?

La Cina potrebbe presto – se non l’ha già fatto – attuare delle misure in più per fronteggiare i dazi imposti da Trump. Infatti, l’economia cinese si basa sulle scelte produttive del Governo. Come funziona?

Gli ultimi dati

Cresce il manifatturiero cinese. Gli analisti osservano come questo trend possa favorire la competitività delle aziende cinesi, perché i dazi di Trump sono alle porte. Le aspettative di nuovi pacchetti di stimolo all’economia possono fare la differenza.

La Cina punta al rafforzamento della cooperazione internazionale. Le autorità si concentrano sul rilancio del consumo interno e sull’aumento degli investimenti per mantenere la crescita a livelli ambiziosi e a garantire stabilità nel lungo periodo. Queste novità basteranno?

Trump triste (screenshot Breaking Italy/YouTube) – www.financecue.it

Le tensioni

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina si intensificano, con la minaccia di altri dazi e contromisure che rischiano di alterare gli equilibri del mercato globale. Il ministero degli Esteri cinese ha espresso forte condanna nei confronti delle misure statunitensi. L’invito è al dialogo per risolvere le divergenze. Il portavoce orientale ha sottolineato che l’adozione di tariffe in più e altre misure protezionistiche potrebbe danneggiare non solo le relazioni bilaterali, ma anche la stabilità della catena industriale globale. In un contesto di ambiziosi obiettivi fiscali, Pechino ha aumentato l’obiettivo di deficit di bilancio al 4% del PIL, il valore più alto dal 2020 (3,6% nel 2020).

Il governo ha annunciato l’emissione di 1,3 trilioni di yuan in obbligazioni governative speciali a lunghissimo termine per il 2025, oltre a 500 miliardi di yuan per sostenere le grandi banche statali e 4,4 trilioni di yuan in obbligazioni locali per alleviare le tensioni finanziarie. La spesa per la difesa è stata incrementata del 7,2%, con un bilancio previsto di 1,78 trilioni di yuan che supera l’obiettivo di crescita economica. Pechino ha rivisto al ribasso l’obiettivo di inflazione a circa il 2%, mentre i prezzi al consumo sono cresciuti. Il governo promuove l’aumento dei consumi interni con il programma di permuta dei beni, finanziato con 300 miliardi di yuan, per sostenere un obiettivo di PIL del 5%, che richiederà sforzi. Si punta a mantenere la disoccupazione nelle grandi città a circa il 5,5% e a creare oltre 12 milioni di posti di lavoro. Le Due Sessioni, aperte con il Congresso nazionale, evidenziano una politica volta a stabilizzare lo yuan offshore, a 7,264 per dollaro. La notizia arriva da MSN.

Published by
Annarita Faggioni