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Ordine esecutivo di Trump: il Dipartimento dell’Istruzione a rischio chiusura

Trump firma un ordine esecutivo per smantellare il Dipartimento dell’Istruzione, sfidando i limiti legali del suo potere.

Negli Stati Uniti si discute da decenni su quanto il governo federale debba avere voce in capitolo sull’istruzione.

Attualmente la maggior parte delle scuole è già gestita a livello statale o locale, ma esiste comunque un organo centrale, il Dipartimento dell’Istruzione, che svolge un ruolo di coordinamento e gestisce fondi e programmi importanti. Eppure, non tutti ne vedono l’utilità.

Il tema è diventato sempre più politico. C’è chi accusa il Dipartimento di essere un centro di potere troppo legato a certe ideologie, e chi invece lo difende come un punto fermo per garantire accesso e diritti.

In mezzo ci sono milioni di studenti, insegnanti e famiglie che ogni giorno si confrontano con un sistema educativo spesso diseguale e frammentato. Ma adesso Donald Trump ha deciso di prendere posizione.

La mossa inaspettata di Donald Trump

Donald Trump ha cavalcato queste divisioni fin dalla sua prima candidatura nel 2016. Per lui, il Dipartimento dell’Istruzione rappresenta uno spreco, un ostacolo, un simbolo dell’interferenza di Washington nella vita quotidiana degli americani. Da anni ripete che l’unica soluzione è eliminarlo del tutto.

Ora sembra davvero deciso ad andare fino in fondo. Alla guida del Dipartimento ha messo Linda McMahon, figura molto vicina alle sue posizioni, e le ha dato un mandato chiaro: ridimensionare, tagliare, riformare. Ma l’ultimo passo va ben oltre. Eppure non sono mancate le reazioni degli oppositori.

Donald Trump (Rai) – www.financecue.it

Le reazioni all’ordine esecutivo

Giovedì Trump ha firmato un ordine esecutivo per chiudere il Dipartimento dell’Istruzione, passando tutte le competenze agli stati. Una mossa fortissima, mai vista prima, e su cui ci sono molti dubbi legali. Come spiega Il Post, un presidente non può chiudere un dipartimento federale senza l’ok del Congresso, che è l’unico ad avere quel potere. Ma intanto, l’ordine è stato firmato, e McMahon ha già cominciato il processo.

La reazione non si è fatta attendere: alcuni stati governati dai Democratici hanno fatto causa, dicendo che questa decisione è illegale e rischia di lasciare l’intero sistema scolastico senza guida. A preoccupare di più sono i tagli al personale e lo stop ai fondi destinati a programmi per l’inclusione o legati alla comunità LGBTQ+. Per ora, il programma dei prestiti studenteschi resta intatto, perché è autorizzato dal Congresso. Ma il futuro del Dipartimento è appeso a un filo, e la battaglia – legale e politica – è appena cominciata.

Published by
Ilenia Albanese