Giorni di malattia, l’INPS blocca i pagamenti | Vai a lavoro o non prendi una lira: adesso la Legge è questa

Uomo triste senza euro dall'Inps (Canva Foto) - www.financecue.it
L’Inps starebbe bloccando i pagamenti per i giorni di malattia. Cosa sta succedendo e come difenderti se non stai bene? Scoprilo ora.
Voci di corridoio si rincorrono su una presunta stretta dell’INPS sulle indennità di malattia. Secondo alcuni, sarebbe diventato impossibile ammalarsi senza subire ripercussioni economiche. Si parla di un drastico giro di vite sulle certificazioni mediche e di una riduzione drastica dei pagamenti per i giorni di assenza.
Alcuni lavoratori riferiscono che ottenere il riconoscimento della malattia sia diventato un percorso a ostacoli. Voci di corridoio parlano di domande respinte con maggiore frequenza e di controlli serrati. La paura diffusa è che l’INPS avrebbe chiuso i rubinetti.
Anche lavoratori potrebbero aver incontrato difficoltà nel vedersi riconoscere l’indennità. Questo ha generato un clima di incertezza e preoccupazione, con molti a temere conseguenze gravi in caso di assenza per malattia.
Le indiscrezioni suggeriscono che la stretta dell’INPS possa essere il frutto di una strategia per ridurre i costi. L’assenza di conferme ufficiali lascia spazio a dubbi e speculazioni. Ci si chiede se si parla di un’azione temporanea o di un cambiamento strutturale nelle politiche previdenziali. Quanto c’è di vero? Scoprilo ora!
Come funziona
L’INPS effettua controlli rigorosi prima di concedere qualsiasi indennità. Ogni richiesta di malattia viene esaminata con verifiche incrociate tra certificati medici e dati anagrafici del lavoratore. I datori di lavoro possono segnalare anomalie.
Le visite fiscali sono uno strumento chiave per garantire che le indennità vanno a chi ne ha bisogno. I medici incaricati dall’INPS si recano a domicilio per verificare lo stato di salute del lavoratore assente. Cosa succede?

Quando scatta lo stop
Se il lavoratore non si trova a casa negli orari stabiliti senza una giustificazione valida, può andare incontro a diverse conseguenze. Oltre a richiami e ammonimenti ufficiali, il mancato rispetto delle fasce di reperibilità può comportare una riduzione dello stipendio, la sospensione temporanea dal servizio e, nei casi più seri, anche il licenziamento per giusta causa.
I controlli sulla reperibilità si fanno rigidi e vengono effettuati in orari precisi stabiliti dalla normativa vigente. Ogni lavoratore ha l’obbligo di essere presente a casa nelle fasce orarie indicate per le visite di controllo, salvo motivi di urgenza che vanno dimostrati. Chi non rispetta queste disposizioni rischia di perdere il diritto all’indennità e di subire provvedimenti disciplinari rilevanti, che possono compromettere il futuro lavorativo. In tribunale potresti non aver ragione. La notizia arriva da La Dolce TV.