Salda i debiti o morirai di fame | Ufficiale, il Fisco non fa più sconti: stipendi bloccati da questa data

Il Fisco non concede sconti (pixabay.com) - www.financecue.it
Il Fisco non concede sconti: da questa data, alcuni salari saranno bloccati. Salda le pendenze al più presto!
Ci sono notizie che, sebbene annunciate con largo anticipo, continuano a sollevare preoccupazioni e interrogativi. Specialmente se si tratta di problemi riguardanti debiti.
Spesso questi ultimi non riguardano questioni immediate, ma si riferiscono a decisioni programmatiche, destinate a modificare dinamiche fin troppo consolidate.
In tali contesti, il tempo a disposizione per adattarsi può sembrare adeguato, ma le conseguenze spingono chi è coinvolto ad agire rapidamente (almeno si suppone).
Le regole possono cambiare anche per chi si sentiva rassicurato, e quando si parla di stipendi e Fisco, ogni aspetto diventa cruciale. Per cui aprite bene le orecchie se avete pendenze in corso: è tempo di saldarle!
Il blocco degli stipendi con debiti fiscali
Come riportato da Money.it, la Legge di Bilancio 2025 introdurrà, a partire dal 2026, una normativa che riguarda i dipendenti della pubblica amministrazione con debiti fiscali. I commi 84 e 85 dell’articolo 1 prevedono il blocco degli stipendi e delle indennità per coloro che hanno pendenze superiori a 5. 000 euro e percepiscono emolumenti mensili oltre i 2. 500 euro. Questa misura interesserà ogni forma di retribuzione legata al rapporto di lavoro, incluse eventuali indennità di licenziamento. L’obiettivo della norma è chiaro: garantire una riscossione fiscale efficiente e tempestiva, attraverso trattenute dirette sugli stipendi.
Oltre a ciò, Money.it ha illustrato come la norma preveda un taglio pari a un settimo dello stipendio per chi supera i limiti stabiliti; per le indennità una tantum, come la tredicesima, il taglio sarà di un decimo. Per fare un esempio, un dipendente pubblico con uno stipendio lordo di 2. 700 euro e un debito oltre i 5. 000 euro avrà trattenuti mensilmente circa 385 euro fino all’estinzione della cartella esattoriale!
Una finestra temporale per regolarizzarsi
Questo meccanismo scatterà automaticamente con la segnalazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione, responsabile per il blocco e il recupero di somme non pagate. Secondo i dati del Ministero dell’Economia, attualmente circa 250. 000 dipendenti pubblici si trovano in una situazione di debito superiore alla soglia prevista.
Money.it evidenzia come, sebbene la norma non sia ancora in vigore, l’adeguamento dei sistemi informatici della PA richieda tempo, pertanto l’entrata in vigore è programmata per il 2026. Questo periodo offre ai lavoratori pubblici l’opportunità di regolarizzare la propria situazione fiscale, anche tramite rateizzazione dei debiti o verifica di eventuali errori nelle cartelle esattoriali. Inoltre, dal 1° gennaio 2025, il termine per saldare una cartella è stato esteso a 60 giorni, rispetto ai precedenti 30, prima dell’avvio delle azioni esecutive. Un dettaglio potenzialmente determinante per evitare trattenute future.