Medico di famiglia, addio visite gratis | In Italia è la fine di un’era: ecco il prezzo di una telefonata

Medico di famiglia, diventa a pagamento, ecco dove (Canva Foto) - www.financecue.it
Quando qualcosa cambia, ma nessuno lo dice davvero. Ci sono cambiamenti che non fanno rumore, ma che si sentono sulla pelle.
Non sono annunciati a gran voce, non fanno titoli di apertura nei telegiornali, ma arrivano lo stesso, insinuandosi nella quotidianità. Te ne accorgi quando una cosa che davi per scontata, all’improvviso, non c’è più. O peggio: c’è, ma a pagamento.
È quel tipo di trasformazione che non si misura solo con i numeri, ma con le sensazioni. La frustrazione di una telefonata che non riceve risposta, l’attesa infinita per un appuntamento, la rassegnazione nel sentirsi dire “non ci sono medici disponibili”. È la distanza che cresce, silenziosa, tra i cittadini e ciò che un tempo chiamavamo “servizio pubblico”.
E così, un po’ alla volta, ci si abitua. Si prova a trovare soluzioni alternative, si cerca sul web, si paga una visita privata “tanto per questa volta”. Ma quella volta diventa la regola. E il confine tra ciò che è garantito e ciò che devi pagare di tasca tua diventa sempre più sfocato.
Ci si chiede: è ancora tutto come prima? O stiamo semplicemente entrando in una nuova normalità senza accorgercene?
Il nuovo che avanza (e si paga)
A Padova è arrivato il “Family Doc”: un medico di famiglia, ma a pagamento. Costa 50 euro, promette disponibilità, simpatia e prestazioni rapide. Non sostituisce il medico di base del sistema sanitario nazionale, ma si propone come “soluzione comoda” per chi è rimasto senza assistenza o vuole evitare le lunghe attese.
La novità ha fatto discutere. I sindacati parlano apertamente di privatizzazione mascherata. “Perché dovremmo pagare un servizio che in teoria ci spetterebbe già?”, si chiedono. E ancora: “Che fine ha fatto il diritto alla salute per tutti?”. Il rischio, secondo loro, è di spingere le famiglie a sostenere costi sempre più alti, senza avere in cambio un vero miglioramento dei servizi.
Un sistema che rischia di rompersi
I medici di famiglia scarseggiano, e quelli rimasti lavorano senza sosta, spesso ben oltre le settanta ore a settimana. È il sintomo di una crisi più grande, quella della medicina territoriale, lasciata per anni senza risorse né soluzioni. In questa situazione, i cittadini si ritrovano sempre più soli e senza riferimenti.
C’è chi teme che tutto questo non sia frutto del caso. Che dietro ci sia una scelta – magari non dichiarata – di aprire sempre più spazio ai privati. Una strategia che mette a rischio l’equilibrio su cui si fonda il nostro sistema sanitario: l’idea che la salute non debba dipendere dal portafoglio. Ma se nessuno interviene, questa idea rischia di restare solo un ricordo.