Aziende di batterie in seria difficoltà (Canva) - financecue.it
A causa del fallimento di Nothvolt, le aziende europee vedono quindi crescere, sempre più, il predominio dei mercati asiatici.
Il produttore svedese di batterie per veicoli elettrici, “Northvolt“, ha dichiarato bancarotta il 12 marzo 2025, dopo il fallimento nel tentativo di raccogliere nuovi capitali. La sua società, fondata per sfidare la supremazia dei produttori asiatici come CATL e BYD, ha infatti visto sfumare le speranze dell’Europa, di conquistare un ruolo di primo piano nella produzione di batterie per auto elettriche. E il crollo di Northvolt, evidenzia le difficoltà dell’industria europea, nel competere con le economie di scala; oltre che il vantaggio tecnologico dei produttori cinesi.
Northvolt era di fondo nata con l’obiettivo di ridurre la dipendenza, dell’industria automobilistica europea, dai fornitori asiatici. Avendo raccolto, la società, oltre 9 miliardi di euro di investimenti da colossi come Volkswagen, Goldman Sachs e BMW. Tuttavia, nonostante il sostegno finanziario, e l’entusiasmo iniziale, Northvolt ha dovuto affrontare gravi problemi produttivi, e difficoltà nella catena di approvvigionamento, i quali ne hanno appunto minato la competitività sul mercato.
Il fallimento avrà conseguenze dirette su oltre 5 mila dipendenti, di cui circa 1.800 iscritti al sindacato IF Metall. Andando a rappresentare, la perdita di posti di lavoro e la chiusura degli impianti, un duro colpo per l’economia svedese, e per la forza lavoro coinvolta nel progetto.
Sebbene, poi, nonostante il fallimento, le attività di Northvolt in Germania, Nord America e Polonia, rimarranno comunque operative, essendo escluse dal processo fallimentare. Lasciando aperta la possibilità di una riorganizzazione, o di una vendita degli asset a nuovi investitori. Con la possibilità, grazie alla presenza di impianti produttivi strategici, di attirare l’interesse di aziende o fondi, intenzionati a rilevare parte delle attività di Northvolt.
Scania, uno dei principali clienti di Northvolt, ha perciò annunciato l’intenzione di acquistare Northvolt Industrial, per garantire la continuità nella produzione di batterie per i suoi camion elettrici. Avendo, persino il governo tedesco, espresso interesse nel trovare nuovi investitori per lo stabilimento di Northvolt a Heide. Evidenziando l’importanza strategica della produzione di batterie, per l’industria automobilistica europea.
Il crollo di Northvolt, naturalmente solleva interrogativi, sul futuro dell’industria europea delle batterie. E il rischio è che l’Europa, invece di rafforzare la propria indipendenza tecnologica, finisca per dipendere ancor di più dai fornitori asiatici. D’altronde, la perdita di un attore europeo di rilievo, potrebbe rallentare l’innovazione e la transizione verso una mobilità sostenibile.
Il fallimento di Northvolt è stato aggravato, inoltre, dalla cancellazione di un finanziamento da 5 miliardi di dollari, destinato all’espansione dello stabilimento, e dalla rescissione di un ordine da 2 miliardi di euro da parte di BMW, verificatosi nel giugno 2024, a causa di ritardi nelle consegne. Eventi che hanno dunque privato Northvolt di risorse cruciali, per affrontare le sfide produttive, e per il mantenimento della competitività sul mercato globale.
Un campanello d’allarme, questo fallimento, che suona per tutta l’industria europea, la quale si trova a dover infatti affrontare una crescente pressione competitiva, da parte dei produttori asiatici. Poiché la sfida sarà quella di: trovare nuovi modelli di business; migliorare l’efficienza produttiva; e rafforzare ricerca e sviluppo, per evitare di perdere ulteriore terreno, nella corsa alla mobilità elettrica.