“Stai prelevando troppi soldi, smettila”: ufficiale, AGENZIA DELLE ENTRATE ti controlla il conto I Da Maggio scatta il limite: sono soldi tuoi ma non puoi prenderli
Stop ai prelievi di contante illustrazione (Canva foto) - www.financecue.it
Scattano nuovi controlli dall’Agenzia delle Entrate: dal prossimo mese non puoi più superare questo limite sui prelievi di contante!
Il gesto di avvicinarsi allo sportello bancomat, inserire la carta e digitare l’importo da prelevare è diventato ormai routine. Ma ciò che fino a ieri era percepito come una semplice abitudine quotidiana, oggi rischia di trasformarsi in un segnale sospetto. Prelevare troppo denaro dal proprio conto corrente potrebbe infatti far scattare l’allarme delle autorità fiscali.
Molti italiani, in un periodo in cui l’inflazione e le incertezze economiche spingono a preferire il contante per alcune spese, potrebbero trovarsi nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. La domanda sorge spontanea: quanto possiamo ancora disporre liberamente del nostro denaro senza dover dare spiegazioni? Il nodo centrale è proprio la tracciabilità dei movimenti bancari, oggi sempre più monitorata.
Non si tratta più solo di versamenti o bonifici ricevuti da terzi: anche le uscite di denaro, soprattutto se frequenti e non documentate, possono suscitare dubbi. E se per molti si tratta solo di spese familiari o acquisti personali, il Fisco potrebbe pensare diversamente.
La normativa si basa infatti su precise presunzioni, che però non si applicano in modo identico a tutti i contribuenti.
come funziona il meccanismo dei controlli sui conti
A regolare l’attività dell’Agenzia delle Entrate è l’articolo 32 del D.P.R. 600/1973, che consente l’accesso ai dati bancari per accertare redditi non dichiarati. Quando un contribuente effettua versamenti non giustificati, l’importo viene considerato come un possibile guadagno nascosto. Tuttavia, la questione dei prelievi in contanti è più delicata. Come chiarito anche da Brocardi, solo per gli imprenditori i prelievi non motivati sono presunzione di compensi in nero, in quanto potrebbero celare spese in contabilità occulta.
Questa regola, però, non si estende a liberi professionisti e lavoratori autonomi senza struttura organizzata. Una recente sentenza della Corte di Giustizia Tributaria del Lazio (n. 1869/2025) ha stabilito che tali soggetti non possono essere assimilati agli imprenditori per questo tipo di presunzione. Il loro contributo personale, spesso prevalente rispetto all’organizzazione d’impresa, rende inapplicabile la logica “prelievi = ricavi in nero”.
Da maggio cambiano le soglie di attenzione
A partire da maggio 2025, l’Agenzia delle Entrate rafforzerà i controlli sui prelievi elevati e ricorrenti dai conti bancari, soprattutto per chi opera come impresa. Chi supera certe soglie, pur prelevando soldi propri, potrebbe dover dimostrare la destinazione del denaro. L’attenzione sarà focalizzata su quei casi in cui le uscite non trovano riscontro con le dichiarazioni fiscali.
Chi gestisce un’attività d’impresa, anche in forma semplificata, dovrà quindi documentare ogni spostamento di denaro, soprattutto in contanti. In assenza di prove, l’Agenzia potrà presumere l’esistenza di costi e ricavi non dichiarati, avviando un accertamento fiscale con sanzioni. Il consiglio degli esperti è chiaro: mantenere tracciabilità e giustificativi per ogni operazione, per evitare spiacevoli sorprese.