Modello principale-agente e azzardo morale
Dopo qualche tempo torniamo a parlare di Economia comportamentale e lo facciamo con un tema che può sembrare banale. Volete una pizza? Bene, se sapete prepararvela da soli non ci sono problemi. Chiamate una pizzeria? Perfetto…ma chi vi assicura che il pizzaiolo cerchi di fare il miglior prodotto per voi e non per lui? Magari risparmiando sugli ingredienti o sull’igiene. No tranquilli, non siamo Report e questo non è un articolo contro le pizze.
Il fulcro della questione è: come faccio a sapere che un agente agisca nei nostri interessi e non ci imbrogli? Cerchiamo di fare chiarezza sulla vicenda.
Un agente e un principale
Il modello principale-agente, anche detto teoria dell’agenzia, è stato definito come un contratto attraverso il quale un principale (una o più persone) affida ad un’altra (l’agente) una mansione che la obbliga a delegare dei poteri all’agente. Nell’esempio di prima, l’agente è chiaramente il pizzaiolo mentre il principale è il cliente. Qui nasce il problema: entrambe le parti agiscono con l’obiettivo di massimizzare la loro utilità (che può essere un profitto o un altro tipo di guadagno). L’essere umano tende ad essere opportunista e questa sua caratteristica non può essere eliminata.
Due tipi di opportunismo
Abbiamo già definito la selezione avversa, nel caso che stiamo esaminando si può pensare ad essa come alla possibilità che l’agente fornisca informazioni volutamente non veritiere (o del tutto false) sulle proprie competenze. Ad esempio, ad un colloquio di lavoro sostenete di saper programmare senza problemi con il software MatLab. Questo aumenta le vostre chance di essere assunti ma al momento della verità, sarete facilmente scoperti. Qui pensiamo a casi più complessi di “menzogna”. Questo tipo di opportunismo si definisce ex ante.
L’azzardo morale
Se esiste un opportunismo ex ante, molto probabilmente ne esisterà anche uno ex post. Questo è l’azzardo morale. Questo si verifica quando tra l’agente e il principale esiste asimmetria informativa. Se avete un guasto alla macchina e la portate da un meccanico, lui ne saprà molto probabilmente più di voi. Quindi è possibile che anziché sostituire semplicemente il pezzo X che costa 10, vi faccia pagare anche una riparazione inesistente facendosi pagare altri 50.
Questo grafico mostra chiaramente come l’asimmetria informativa interferisca con il regolare rapporto tra principale e agente e dia vita ad atti di opportunismo. Come detto, questo opportunismo non può essere eliminato ma può essere contenuto. Un esempio chiarirà come.
Il furbo tassista
Ingredienti: una persona che per un qualunque motivo si trova in una città che non conosce, per comodità lo chiameremo Luke. Un tassista che conosce perfettamente la sua città ed è incline a fare il furbo con i suoi clienti, chiamiamolo Han. Ultimo ma non ultimo, ci serve la funzione attraverso la quale viene determinato il costo della corsa: F+c*D. F è una parte fissa pagata a prescindere dalla lunghezza del percorso, c è il costo unitario al km e D indica la distanza compiuta. Analizziamo due casi, nel primo F è uguale a zero e nel secondo a tre.
F=0, l’agente fa il furbo
In questo scenario, il costo è determinato solo dalla distanza percorsa. Han perde tempo e soldi aspettando che un nuovo cliente salga in macchina dopo aver finito di accompagnare quello precedente. Supponiamo che prendendo la strada corta esso percorra 5 km e possa fare fino a 55 viaggi. Al contrario, prendendo la strada lunga esso può fare un massimo di 30 corse da 10 km l’una. In numeri avremmo che:
55 * 1 * 5 = 275 Euro < 30 * 1 * 10 = 300 Euro
Appare evidente che al tassista convenga fare il furbo e prendere la strada più lunga. Ma questo cambia inserendo la componente fissa.
F=3, all’agente conviene fare il bravo
Mantenendo i dati numerici di prima avremmo che
55 * 3 + 55 * 1 * 5 = 440 Euro > 30 * 3 + 30 * 1 * 10 = 390 Euro
In questo caso Han guadagna di più facendo la strada più corta. Il suo incentivo all’imbroglio svanisce in quanto in questo scenario, fare il furbo andrebbe contro il suo stesso interesse. Questo esempio dimostra come si possa limitare la forza dell’asimmetria informativa, anche senza che essa svanisca. Il principale rimane “in balia” dell’agente che però non può più fregarlo.