Cosa sono i non performing loans?
Per non performing loans, ovvero prestiti non performanti (secondo la dizione italiana), si intendono quelle attività non più in grado di ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai legittimi creditori. In particolar modo, l’inadempienza del creditore può riguardare tanto il rispetto delle prefissate scadenze dei pagamenti ricorrenti, quanto l’ammontare stesso degli importi dovuti (parzialmente e/o complessivamente).
Nel presente articolo non entreremo nel dettaglio di come sia possibile gestire situazioni come quelle appena descritte, tuttavia invitiamo il lettore ad approfondire l’argomento leggendo i nostri precedenti articoli sulle Cartolarizzazioni e sulle Asset-backed securities.
Al fine di rendere più familiari alcuni termini utilizzati – in ambito bancario – per indicare certe specifiche categorie di non performing loans, elenchiamo di seguito quelle più sintomatiche della loro natura di crediti deteriorati: incagli, sofferenze, esposizioni ristrutturate, scadute e/o sconfinanti.
Per una più accurata vigilanza del rischio bancario sistemico in Italia, la Banca d’Italia ha creato la Centrale dei Rischi. Essa altro non è che un archivio nel quale confluiscono le posizioni debitorie di ogni soggetto nei confronti di tutti gli intermediari, consentendo in tal modo il calcolo della posizione globale di rischio per ogni debitore. I singoli intermediari, pertanto, sono in grado di verificare puntualmente la solvibilità dei clienti, propri e potenziali.
Passando ad analizzare lo stato attuale dei non performing loans in Italia, lo scenario potrebbe essere ritenuto non particolarmente preoccupante (se confrontato con altre Nazioni), tuttavia la sua evoluzione merita un attento monitoraggio. I crediti deteriorati nel sistema bancario italiano, infatti, hanno di recente superato quota 185 miliardi di euro, un valore di poco al di sotto del 10% del PIL nazionale (dati ABI).
Le ragioni di tale incremento sono legate, evidentemente, al perdurare della crisi economica, ma non possono essere interamente imputati ad essa. Altri fattori che hanno determinato l’incremento dei prestiti non performanti possono essere individuati nell’allungamento delle procedure di recupero dei crediti, ma anche – e principalmente – in un cambiamento delle abitudini e dello stile di vita della popolazione italiana. Il consumismo ha indubbiamente fatto breccia anche nel Bel paese, con la logica conseguenza di assistere a sempre più frequenti situazioni in cui le ambizioni dei singoli individui si dimostrano non adeguate alle proprie effettive disponibilità e, soprattutto, alla propria capacità reddituale.
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