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Cos’è l’Autarchia?

Categorie Economia
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Prima di procedere alla presentazione dei tratti caratterizzanti l’economia di uno Stato che abbia disposto l’Autarchia, ricordiamo come questa possa essere interpretata come l’estremizzazione del concetto di Protezionismo.

Di recente, infatti, anche a causa del ciclico “ritorno al passato” che non sempre l’umanità è stata in grado di gestire al meglio, abbiamo analizzato le caratteristiche principali di una politica economica improntata al Protezionismo. Nello specifico, abbiamo compreso come, con tale termine, vengano indicate varie tipologie di aiuti con cui uno Stato intende supportare alcuni rami della propria produzione industriale nazionale (evidentemente, a discapito di quella estera).

Al contempo, autarchia e protezionismo sono agli antipodi rispetto ad una politica economica improntata al “libero scambio” di merci e servizi attraverso i differenti confini nazionali ed in assenza di barriere doganali (il cosiddetto Liberismo).

Entrando nel merito delle peculiarità dell’autarchia, essa comporta la totale assenza di relazioni commerciali con l’estero, determinando un ecosistema economico puramente nazionale, non influenzato dalle dinamiche internazionali. L’autarchia completa è possibile solo in linea teorica, in quanto nessun Paese può rinunciare, in assoluto, agli scambi col resto del mondo. L’autarchia parziale e temporanea, diversamente, ha avuto concrete implementazioni sotto gli imperi centrali durante la Prima guerra mondiale, nonché con l’affermarsi di governi totalitari negli anni ’30 del secolo scorso.

Classici esempi di autarchia economica sono l’Italia fascista e la Germania nazista degli inizi del XX secolo. In quegli anni, infatti, l’autosufficienza economica e l’obiettivo di produrre sul territorio nazionale i beni di cui il proprio popolo necessitava, erano elementi imprescindibili per il rafforzamento dei regimi totalitari che dominavano le due nazioni. Non meno estreme, e dolorose per il proprio popolo, furono le politiche economiche (in chiave autarchica) poste in essere nell’URSS.

Nel dopoguerra, i Paesi dell’Europa occidentale sono quelli che sono tornati più rapidamente ad un sistema di libero scambio internazionale; mentre, solo a distanza di alcuni decenni, anche i Paesi dell’Europa orientale hanno ricostituito “stabili” rapporti commerciali con l’estero.

Ai giorni nostri, anche se le spinte populiste per un ritorno al protezionismo in molti Paesi diventano sempre più insistenti, Paesi in cui viga l’autarchia sono decisamente rari. Uno degli ultimi “baluardi” ad adottare una politica economica autarchica è la Corea del Nord. Tuttavia, a ben vedere, tale scelta scaturisce più da (scellerate) motivazioni di natura politica, piuttosto che da approfondite analisi di economia politica ed industriale.

In definitiva, se da un lato è complicato, in un mondo in cui la globalizzazione (con i suoi pregi, così come con i suoi difetti) la fa da padrone, ipotizzare la sostenibilità di una politica economica improntata all’autarchia nel medio-lungo termine, dall’altro lato recenti esperimenti di “sviluppo autocentrato” hanno mostrato risultati apprezzabili nella conservazione e nel rilancio del tessuto produttivo locale.

Un commento su “Cos’è l’Autarchia?”

  1. il libero scambio altro non è che una copertura
    per compromessi troppo alti.
    il commercio ha determinato per troppo tempo
    la scala gerarchica delle organizzazioni governative.
    Non è mai esistito il libero scambio, prendendo ad es.
    la CECA si nota come non sia stata affatto una condivisione
    di materie piuttosto il controllo delle stesse.
    Chi affianca l’autarchia al totalitarismo non comprende bene cosa sia
    nè l’una nè l’altro. La prima volge al rendere autosufficiente il paese
    l’altro lo rende proprietà personale di un singolo o di pochi soggetti
    (quello che è la repubblica italiana dal 1934).
    Quindi a ben vedere il popolo italiano subisce più totalitarismo
    (in questo caso commerciale) rispetto alla corea del nord.
    La questione della tipologia di governo è altra cosa,
    sia il comunismo che il nazismo alla fine si sono dimostrati
    non dissimili. il problema risiede nell’indottrinamento del popolo
    che quasi mai si pone l’obbiettivo di crescere persone umane autonome
    bensì quello di formare schiavi inconsapevoli.
    Una squadra di calcio che pensi di giocare a pallavolo
    non concluderà mai niente di voluto.

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