Ever Given blocca il Canale di Suez: quali conseguenze per il commercio?
Dal 23 marzo, la nave portaconteiner Ever Given lunga 400 metri e larga 59, sta bloccando il Canale di Suez una delle principali arterie del commercio mondiale. Ogni giorno in più di chiusura del canale comporta un danno per l’economia mondiale non di poco conto.
L’importanza del Canale di Suez
Il Canale di Suez collega il Mar Mediterraneo con il Mar Rosso, ossia con le rotte marittime che collegano all’Asia. Nel 2015 il Canale è stato allargato per consentire al traffico marittimo di poter transitare in entrambe le direzioni per una parte del percorso, aumentando notevolmente il flusso del commercio.
Una rotta importantissima
Circa il 12% del commercio mondiale passa per il Canale di Suez. Questo è quanto stimato da un’analisi di SRM, il centro studi di Intesa San Paolo. Massimo Deandreis, Direttore generale SRM, afferma che
“l’episodio della mega-nave portacontainer Ever Given incagliata nel Canale di Suez, che sta paralizzando temporaneamente il transito, mostra con chiarezza l’importanza strategica del Canale ulteriormente aumentata dopo il raddoppio ultimato nel 2015. Per l’Italia in particolare circa il 40% di tutto il nostro import-export marittimo transita da quel punto strategico. Riprova ulteriore del fatto che quanto accade nel Mediterraneo ha un effetto rilevante per l’insieme della nostra economia”.
Il Canale di Suez è il 4° per importanza strategica del commercio di oil via mare, con circa il 7% del commercio mondiale.
I numeri del Canale di Suez per il 2020
Sono 5.113 i transiti di Dry Bulker (navi che trasportano carichi secchi), in aumento del 21,7% nel 2020, 5.006 transiti di Tankers-navi petroliere (-3%), 4.710 i transiti delle navi portacontainer (-12,4%). Più del 20% delle navi in transito per Suez è nuovo naviglio (ha attraversato il canale per la prima volta nel 2020), attratte dagli sconti tariffari nuovi introdotti nel periodo Covid-19. Il numero totale di transiti per l’anno 2020 è stato di 18.829 navi.
Le conseguenze per l’Italia
Da tale blocco nessun Paese è immune tantomeno l’Italia. La stima di Bloomberg si basa sulle valutazioni espresse dal sito specializzato Lloyd’s List che divide così il valore delle due rotte: 5,1 miliardi di dollari generati dal traffico che va dal Mediterraneo verso l’oceano Indiano; 4,5 miliardi quello relativo alla direzione opposta.
La rotta degli scambi via mare tra l’Italia ed i paesi asiatici passa attraverso Suez che è uno snodo fondamentale anche per il progetto cinese della Via della Seta. Nel 2020 questi sono stati pari a 82,8 mld di euro, ovvero il 40,1% del commercio marittimo complessivo del nostro Paese.
Il rischio di congestione
Appare chiaro come una nave incagliata in una delle vie più importanti del commercio possa creare un effetto a cascata su tutto il flusso di merci che ogni giorno naviga il canale. Infatti, sono numerose le navi in attesa di poter attraversare il Canale di Suez.
I mercati petroliferi
Per ora non sembrano esserci preoccupazioni per i mercati petroliferi. Infatti mercoledì i prezzi globali del petrolio sono aumentati del 6%, ma son stati subito compensati giovedì da un calo di oltre il 4%. Il fatto che questo accadimento non si sia ancora ripercosso sul mercato petrolifero è dovuto alle continue pressioni al ribasso che si stanno avendo dal lato della domanda e dell’offerta. Ad ogni modo, qualora il blocco del Canale dovesse protrarsi a lungo, gli operatori saranno costretti a cercare delle rotte alternative e più costone come ad esempio quelle che passano intorno al capo di Buona Speranza in Africa meridionale.