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Facciamo chiarezza sui debiti di guerra della Germania

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In questi giorni di profonda crisi dovuta agli effetti sanitari ed economici del covid-19 si è accesa la miccia sulla questione MES e sulla questione Eurobond. Le resistenze della Germania alla richiesta degli stati del sud di accedere a quelle risorse senza condizionalità sulle spesa ha fatto insorgere molti cittadini italiani che hanno prontamente tirato in ballo la questione dei debiti di guerra della Germania. Facciamo chiarezza.

“Alla Germania fu tagliato il debito”

La frase che ho inserito nel titolo del paragrafo è il riassunto perfetto della questione. Una lettura superficiale dei libri di storia porta i più a dire che nella conferenza di Londra del 1953 i debiti di guerra della Germania furono tagliati di circa il 50%. Ci si ferma qui e nessuno approfondisce e quando dico nessuno intendo veramente nessuno. Molti grandi quotidiani, tra cui “Il Sole 24 Ore”, la riportano esattamente in quei termini. Ma è davvero così?

Ma di cosa trattò la conferenza di Londra del 1953?

Per capire bene cosa successe durante quella conferenza bisogna anzitutto studiare cosa successe prima e quindi  bisogna partire dalla sconfitta del Terzo Reich (qui inteso come il momento di fine della battaglia di Stalingrado che decretò la fine dei successi Hitleriani).

Dopo quei tristi fatti che bene o male tutti conosciamo si susseguirono più conferenze. Le più importanti furono:

  • la conferenza di Teheran,
  • la conferenza di Jalta,
  • la conferenza di Potsdam.

Nella conferenza di Teheran fu decisa la divisione della Germania in aree sotto l’influenza delle 3 grandi potenze vincitrici (Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica).

Nella conferenza di Jalta, tra le altre cose, fu deciso lo smaltellamento dell’esercito tedesco e il sequestro dei macchinari di guerra (cui partecipò anche la Francia a cui venne ceduta un’area).

In base alla conferenza di Potsdam tenutasi tra il 17 luglio e il 2 agosto 1945, la Germania dovette pagare agli alleati 20 miliardi di dollari statunitensi.
L’Unione Sovietica non accettò compensazioni e venne pagata sino al 1953.

I pagamenti

In osservanza alla politica di de-industrializzazione della Germania, un gran numero di industrie civili vennero smantellate per essere trasportate in Francia e nel Regno Unito o semplicemente distrutte. Nel 1950, quando terminarono gli smantellamenti, erano state rimosse le apparecchiature da 706 impianti manufatturieri nell’ovest e la capacità di produzione dell’acciaio era stata ridotta di 6.700.000 tonnellate.

In molti Paesi le vittime di guerra vennero compensate con le proprietà espropriate dai tedeschi che vennero espulsi dopo la seconda guerra mondiale.

Gli Stati Uniti si presero tutte le tecnologie e il know-how scientifico tedesco, nonché tutti i brevetti e molti eminenti scienziati della Germania (operazione Paperclip). Successivamente queste “acquisizioni” vennero valutate in 10 miliardi di dollari dell’epoca.

Parte delle riparazioni tedesche avvennero sotto forma di lavoro forzato. Fino al 1947, circa 4.000.000 prigionieri di guerra e civili tedeschi vennero utilizzati come lavoratori forzati in Unione Sovietica, Francia, Regno Unito, Belgio e nella Germania sotto controllo americano.

La conferenza di Londra del 1953

Nel 1953 alla conferenza di Londra semplicemente si tennero in considerazioni questi fatti e si decise di considerarli a parziale compensazione dei debiti di guerra (che per inciso non andrebbero neanche chiamati debiti perché furono in realtà delle imposizioni da parte dei Paesi vincitori e quindi andrebbero chiamati risarcimenti di guerra) ed è per questo che si raggiunsero degli accordi sul taglio del debito estero (attenzione solo di questa parte perchè la parte dei debiti interni, ossia verso i propri cittadini venne svalutata con l’inflazione e parzialmente tagliata, impoverendo i suoi stessi cittadini).

Conclusione

La storia è una serie di eventi collegati tra loro. Se se ne prende solo un pezzo senza considerare ciò che è successo prima non è assolutamente possibile capire la complessità degli eventi e si rischia di cadere in facili errori.

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