Il DEF: documento di economia e finanza
In economia il Documento di Economia e Finanza (DEF) è un documento all’interno del quale vengono messe per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise ed imposte dal soggetto emanatore (parliamo del Governo).
Documento che, in seguito alle modifiche introdotte dalla L. 39/2011 alla L. 196/2009, a partire dal 2011 sostituisce la Decisione di finanza pubblica (DFP), che aveva a sua volta sostituito il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF). Esso è presentato dal Governo al Parlamento, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, entro il 10 aprile di ogni anno.
Anche se non ha un carattere vincolante, è molto importante, perché è il documento sul quale si basa il giudizio sull’Italia dell’Unione europea, chiamata a valutare di volta in volta la stabilità dei conti nazionali.
Il DEF si compone di tre sezioni:
- “Programma di Stabilita“, con gli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico
- “Analisi e tendenze della finanza pubblica“, con l’analisi del conto economico e del conto di cassa dell’anno precedente, le previsioni tendenziali del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle coperture
- “Programma Nazionale di Riforma” (Pnr), con l’indicazione dello stato di avanzamento delle riforme avviate, degli squilibri macroeconomici nazionali e dei fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività, le priorità del Paese e le principali riforme da attuare.
Contenuto e importanza del DEF
Il periodo di programmazione copre almeno un triennio e gli obiettivi di bilancio stabiliti acquisiscono una precisa valenza procedurale per quanto riguarda le future decisioni in materia. Il saldo programmatico della Pubblica amministrazione, indicato nel documento per ciascuno degli anni compresi nel periodo di riferimento, rappresenta un valore invalicabile nell’ambito della successiva decisione di bilancio, in quanto le procedure di bilancio in Italia sono caratterizzate, a partire dal 1988, dalla fissazione ex ante di un saldo prestabilito.
Tra gli strumenti di programmazione economica, il DEF rappresenta il primo mattoncino di quell’insieme che a fine anno trova suo compimento nella manovra finanziaria.
Serve a misurare la “temperatura” del Paese ed è indispensabile per capire quale sia la direzione che il governo vuole prendere. Bisogna prepararlo in fretta perché il Parlamento lo deve approvare a maggioranza ed entro il 30 aprile tutto va inviato a Bruxelles.
Aggiornamenti
La “Nota di aggiornamento” viene presentata alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico.
Il documento contiene l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma.