Costi e benefici dell’immigrazione: l’analisi di Boeri
Una premessa doverosa sull’immigrazione
Il tema immigrazione è caldissimo. Anche solo parlarne può essere deleterio. Camminare lungo la sottile linea che divide la politica dall’analisi economica è un’impresa che si sta facendo sempre più difficile. In questo articolo cercheremo come sempre di porre la questione, in questo caso l’immigrazione, dal solo punto di vista che vogliamo e cerchiamo di mostrare a tutti: quello economico e finanziario.
L’intervento di Boeri
Il 30 novembre c’è stata la prima giornata dell’evento “Radar, orientarsi nel mondo che cambia”, tenuta in Roma e che ha visto come principale protagonista il presidente dell’Inps, Tito Boeri, con la sua presentazione a tema “Costi e Benefici tra percezione e realtà”. L’intervento è di quelli che piace a noi appassionati di questo settore: tanti numeri e tanti grafici.
Qualche dato
Purtroppo i grafici dell’intervento sono molti e non commentati. Qui di seguito vi ripropongo quelli che a mio giudizio sono i più significativi e si possono racchiudere in 2 macro aree che sono proprio il titolo della conferenza: percezione e realtà.
Percezione
Come possiamo vedere l’opinione generale della popolazione italiana a tema immigrazione è sensibilmente peggiorata.
Il grafico riporta le risposte raccolte dallo European Social Survey per l’Italia, nel caso chiedendo un opinione riguardante la correlazione fra immigrazione ed economia italiana. Certo, si tratta sempre di dati statistici e qui nessuno dirà mai che l’Italia è un popolo di razzisti (anche perché stano ai dati doveva esserlo già dal 2012) ma di certo il clima di incertezza e di instabilità finanziaria ha senz’altro amplificato una sensazione che era già nella mente di una gran parte della popolazione.
Analisi flussi
Quello che segue ora è a mio avviso il secondo grafico più interessante (il migliore è quello appena dopo).
Qui viene mostrata una serie di dati riguardanti l’immigrazione ma la curva più interessante è quella azzurra. Mostra la frequenza relativa in Italia della ricerca della parola “sbarchi” su Google. Certo, questo dato è molto delicato da trattare. Se da un lato si può dire che l’immigrazione sia diventata una preoccupazione infondata in quanto si ha una gran crescita di ricerche laddove il numero reale di sbarchi sia in realtà diminuito, dall’altra si potrebbe dire molto facilmente che è diventato motivo di studio continuo e viene anche difficile pensare alla popolazione italiana che si mette con l’animo in agitazione a monitorare gli sbarchi giornalieri.
Ciò che è vero e che è anche riportato all’interno della presentazione è sicuramente il fatto che mediamente in Italia si ha una percezione distorta del reale tasso di popolazione immigrata rispetto a quella nazionale. Come sappiamo (spero) il dato reale è di circa l’8% mentre nel sondaggio condotto da Eurobarometro ed Eurostat per l’Italia il valor medio si attesta al 24,9%, più del triplo. Per l’Europa in generale il tasso reale è il 6% mentre il valor medio del sondaggio è del 14.4%. Un dato molto più alto rispetto a quello reale, poco più del doppio in quest, ultimo caso.
Il migliore
Magari non è il migliore per tutti ma si tratta di una grande sorpresa per me. Visto che ci piace (e tanto) l’economia, più che l’opinione degli italiani ci interessa quella del MEF. A noi piacciono i numeri, ricordatevelo sempre. Non che la vostra opinione non sia importante, ci mancherebbe. Ma il MEF è il MEF.
Sorpresa sorpresona: il Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giovanni Tria ritiene che un crollo del 33% dell’immigrazione porterà ad un innalzamento del debito pubblico fino a sfiorare il 300% nel 2070. Mentre con un aumento del 33% nello stesso anno ci troveremmo a livelli poco più alti di adesso.
Ora, certamente si tratta di previsioni e molto può cambiare in più di 50 anni. Nonostante ciò è interessante notare che il governo che molto sta facendo per limitare l’immigrazione (non me ne voglia nessuno, ma i dati parlano chiaro, anche sulla riduzione) in uno dei suoi Ministeri dice che sarebbe economicamente deleterio.
Qualche bel numero
In questo chart di non così immediata comprensione viene mostrata un elemento cardine della questione immigrazione: gli stranieri ci rubano il lavoro?
Dati alla mando possiamo dirlo sinceramente: No. Con una correlazione del tasso di disoccupazione prossima all’unità, il significato è chiaro: su base nazionale, per ogni disoccupato, ogni 100 italiani corrisponde un disoccupato straniero ogni 100 stranieri.
Ora un bel po’ di finanza economica vera e propria:
I numeri parlano da soli. Il problema siamo noi. Con un saldo negativo di 88 miliardi di € dovuto in maggior ragione alle pensioni più che alle altre voci di spesa, l’immigrazione aiuta ad arginare delle perdite. Non basta però: occorre una vera riforma della previdenza sociale.
Lo stesso però non si può dire per le casse dello Stato:
Il bilancio per quest’ultima parte presenta un saldo negativo di 1,4 miliardi di €. Certo, uno potrebbe obiettare che è una “piccola” spesa per avere un contributo complessivo per l’Italia di + 5,6 miliardi di €. Ma noi come già detto non obiettiamo e riportiamo solamente.
Conclusione
L’unica cosa che mi sento di dire alla fine di questo articolo è che mi sono immaginato per tutta la sua stesura il presidente Tito Boeri in ufficio, davanti a qualche software statistico (probabilmente R) in procinto di redigere i dati. Sappiamo che non è così ma lasciatemi sognare. Anche i numeri necessitano di poesia.