Investire in startup oggi è semplice con l’equity crowdfunding: l’esempio di Midori
Scoprire la nuova Google o Facebook è il sogno più o meno segreto di tanti investitori: puntare su società appena nate e semisconosciute che un giorno diventeranno big internazionali, in modo da ricavarne il massimo ritorno economico, oltre ad essere riconosciuti come talent scout dell’ecosistema.
Dal 2013 è più facile investire grazie all’equity crowdfunding.
Col Crowdfunding è facile
Dal 2013 in Italia si possono finanziare giovani imprese non quotate in cambio di quote societarie. Occorre rivolgersi a un portale autorizzato, riempire un questionario di idoneità e procedere con l’investimento, da 250 euro in su.
In cosa consiste?
L’equity crowdfunding è una forma di investimento relativamente nuova in Italia. Consente alla “folla” di investitori (crowd) di finanziare startup o piccole e medie imprese (pmi) innovative attraverso portali online autorizzati, erogando un contributo finanziario in cambio di quote societarie delle stesse imprese.
Come è nato l’equity crowdfunding?
Questa modalità di raccolta fondi è stata normata in Italia nel 2013. Il nostro Paese è stato il primo in Europa a introdurre questo tipo di normativa con una legge e un successivo regolamento. Inizialmente però l’equity crowdfunding non è decollato anche a causa di norme considerate restrittive dai player del settore.
In che cosa si investe?
Investire in startup innovative attraverso l’equity crowdfunding significa puntare su nuove imprese che si ritiene abbiano il potenziale per crescere e imporsi sui mercati. Si investono soldi in cambio di una parte delle quote del loro capitale, il che significa diventarne soci. Se un’impresa in cui si è investito ha successo, le azioni che si possiedono avranno un valore più elevato di quello che si è pagato e se ne può quindi ricavarne un profitto vendendole, oppure si può scegliere di incassare i dividendi.
Le procedure
Valutare la validità della startup nella quale si investe
Chiunque può investire attraverso l’equity crowdfunding, ma naturalmente è bene che faccia una valutazione a priori della società alla quale è interessato: deve giudicare se il modello di business funziona, se è ripetibile e scalabile, se il team è unito e motivato e altri elementi che una giovane impresa innovativa è tenuta a possedere.
Rivolgersi a un portale autorizzato
A quel punto l’investitore può rivolgersi a un portale di intermediazione autorizzato. Al 30 giugno 2017 risultavano essere 19: sono tutti registrati nel sito della Consob, l’autorità di vigilanza sulla Borsa. L’investitore deve iscriversi al portale: i suoi dati serviranno anche per avere il denaro indietro in caso di mancato raggiungimento del target.
Mamacrowd: il top sul mercato
Nei primi 6 mesi del 2018 nel portale Mamacrowd sono stati raccolti 4,35 milioni di euro pari al 91% del totale.
Grazie a queste cifre Mamacrowd si posiziona come la prima piattaforma Italia per volumi di investimenti raccolti. Dal 2016, anno di inizio delle attività, a oggi, la piattaforma ha raggiunto quota 11 milioni di euro.
Midori: raccolta finanziaria per la riduzione degli sprechi energetici
Tra le imprese più interessanti presenti nel portale possiamo certamente citare Midori S.R.L (di cui Close-up Engineering ha già parlato).
L’obiettivo minimo annunciato per la campagna di raccolta era di i 150.000€ mentre il massimo è fissato in 500.000€. Gli investitori possono investire un minimo di 500€ e a un mese dal termine della campagna di raccolta si registrano già 165.000€.
Chi è Midori?
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Midori S.R.L. è una PMI innovativa nata nel 2011, ospitata dapprima all’interno dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino e dal 2018 con sede all’Energy Center del Politecnico di Torino. Midori realizza e vende servizi avanzati di analisi energetica e smart metering per fornire dati energetici precisi e di dettaglio; collabora con aziende di primissimo livello nel settore energetico come Iren, Liquigas, Repower, Evolvere e ha saputo generare revenues sin dal primo anno di attività per una cifra complessiva di 1,2 Milioni di Euro, potendo autofinanziare così lo sviluppo delle sue tecnologie, frutto di un know-how accumulato in 7 anni di ricerca e sviluppo nel campo ICT. Il team è composto da ingegneri, specialisti dello sviluppo informatico, ricercatori e psicologi.
Midori ha sviluppato la piattaforma web ‘Kiui’, uno strumento digitale di diagnosi dei consumi energetici domestici e il sistema NED, un sistema di monitoraggio dei consumi energetici dei dispositivi elettrici domestici composto da uno strumento di misura che preleva il consumo aggregato dal quadro elettrico connesso ad un software di machine learning in grado di ricostruire le curve dei carichi elettrici disaggregati.
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Cosa ci dice l’ultimo bilancio?
Dall’ultimo bilancio di Midori possiamo facilmente dedurre che la società possiede una certa solidità patrimoniale in cui spicca la positività a breve e medio termine nella gestione della liquidità.
Infatti i crediti con scadenza entro 1 anno sono superiori rispetto ai debiti con scadenza entro 1 anno e a ciò va aggiunto un margine extra dato da una liquidità aggiuntiva di 71000€.
Midori si muove certamente in un mercato scalabile ma nell’ultimo bilancio risulta che i costi del personale crescono più velocemente rispetto al totale dei costi (+36% contro un +32%). Nonostante questo i ricavi tipici sono triplicati, dimostrando che la società opera bene sul mercato essendo sempre meno dipendente dai contributi.
Nello specifico, i ricavi dell’anno 2017 ammontano ad euro 272.706,00 e derivano, principalmente, dalla commercializzazione di Kiui e dai primi test di mercato di NED.
Agevolazioni per chi investe in Midori
Le persone fisiche hanno il diritto a detrarre nella loro dichiarazione dei redditi annuale un importo pari al 30% dell’investimento nel capitale sociale di una o più PMI innovative entro il un limite massimo di euro 1.000.000 annui, con un periodo minimo di mantenimento dell’investimento pari a 3 anni. Le società che investono in PMI innovative hanno diritto a dedurre dal reddito imponibile complessivo un importo pari al 30% dell’investimento nel capitale sociale di una o più PMI innovative, con un massimo di euro 1.800.000 annui, con obbligo di mantenimento dell’investimento per almeno 3 anni. L’ammontare dell’agevolazione non detraibile nel periodo d’imposta può essere portato in detrazione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche nei periodi d’imposta successivi, ma non oltre il terzo.
L’efficacia delle agevolazioni fiscali per l’investimento in PMI innovative è subordinata all’autorizzazione della Commissione UE che dovrà essere ottenuta a cura del Ministero dello Sviluppo Economico.
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