ISTAT: contrazione Pil nel primo trimestre peggiore dal ’95
L’ISTAT ha pubblicato il comunicato stampa relativo al primo trimestre 2020. In questo periodo di tempo, il Pil (valutato 407308 milioni), con riferimento all’anno 2015, corretto per calendario e destagionalizzato è diminuito del 5.3% rispetto al Prodotto interno lordo dell’ultimo quarto del 2019, e del 5.4% nei confronti del primo trimestre sempre dell’anno scorso. Questa diminuzione del valore aggregato trimestrale è la più alta registrata dal 1995.
Secondo gli analisti, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi hanno subito una contrazione rispettivamente di 5.1 e 8.1 punti percentuali in termini congiunturali. Le esportazioni sono diminuite dell’8%, tuttavia le importazioni sono calate solo del 6.2%.
Variazione della spesa delle famiglie
Sempre rispetto al trimestre precedente, la spesa delle famiglie sul territorio economico è diminuita del 7.5%. Pesa specialmente il calo degli acquisti dei beni durevoli del 17.5%, seguito da quello dei beni semidurevoli del 11.4%, mentre il fabbisogno di servizi ha registrato un -9.2%. D’altra parte, la flessione del consumo di beni non durevoli è stata contenuta, essendo solo di 0.9 punti percentuali.
Variazione degli investimenti
La contrazione degli investimenti è stata causata prevalentemente dal calo della spesa per impianti, macchinari e armamenti, la quale è in negativo del 12.4%, con particolare riferimento alla componente dei mezzi di trasporto e il relativo crollo del 21.5%. Segue il calo degli investimenti immobiliari, nello specifico la diminuzione della spesa per abitazioni ha pesato 9.5 punti percentuali e quella per fabbricati non residenziali e altre opere ha subito una flessione del -6.2%. Più contenuto è stato il decremento di investimenti in risorse biologiche coltivate, il quale ha pesato solo -0.7 punti percentuali. Dati positivi riguardano la spesa in prodotti di proprietà intellettuale che è cresciuta del 0.5%.
Variazioni del Pil per settore
Il Pil ha subito una variazione congiunturale negativa in ogni settore, in particolare l’agricoltura ha realizzato un -1.9% e l’industria un -8.1%, di cui le costruzioni -5.6% e l’industria in senso stretto -8.6%. Il valore aggiunto dei servizi in generale è calato del 4.4% rispetto l’ultimo trimestre del 2019, ma, nello specifico, il prodotto interno lordo riguardante il settore del commercio ha subito una contrazione del 9.3% e quello riguardante le attività artistiche e di intrattenimento del 6.7%. D’altro canto, la flessione del Pil riguardante la spesa per i servizi pubblici (PA, istruzione, sanità e difesa) è stata più limitata, diminuendo solo del 1.8%. Stesso discorso vale per il settore finanziario (-1.1%), della comunicazione (-2%), immobiliare (-2.3%) e delle attività professionali (-2.3%), i quali hanno subito solamente un leggero calo in rapporto alla diminuzione della somma dei redditi nel trimestre corrente.