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Kodak vs Nintendo. Quando la sopravvivenza aziendale dipende da Pokémon Go!

Categorie Economia
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Oggi vi racconteremo la storia di due multinazionali, veri e propri colossi mondiali dell’economia: la Eastman Kodak Company e la Nintendo Co. Ltd.

La Kodak – nome con cui identifichiamo, più semplicemente, l’azienda multinazionale statunitense – fondata nel 1888 ed operante nel settore tecnologico della produzione delle apparecchiature per immagini e stampa, ha rappresentato per decenni l’avanguardia delle produzione di pellicole fotografiche.

Con l’avvento della fotografia digitale, tuttavia, il suo core business ha visto un progressivo decadimento, finché, sul finire del 2011, la situazione è precipitata del tutto. Nel gennaio del 2012, infatti, la società ha richiesto l’amministrazione controllata (il rinomato Chapter 11 del diritto fallimentare statunitense).

Com’è possibile che un’azienda del prestigio e delle dimensioni della Kodak non abbia “letto” il cambio epocale che era in atto nella sua industria di appartenenza? Le ragioni sono molteplici, ma quella fondamentale risiede nella difficoltà di cogliere improvvisi cambiamenti dell’habitat competitivo di mercato e la conseguente lentezza nell’intervenire con un piano strategico di trasformazione dell’attività aziendale.

Oggi, seppur con estrema difficoltà, la Kodak è finalmente riuscita ad uscire dalla procedura fallimentare, puntando su settori che poco hanno a che vedere con quello che storicamente è stato il core business aziendale: sistemi di stampa industriali e professionali, sensori per schermi touchscreen, prodotti chimici e diagnostica medica per immagini.

Passiamo, invece, ad un’azienda che ha fatto della capacità di cambiamento uno dei punti di forza della propria storia: parliamo di Nintendo. Questa azienda nipponica, specializzata nella produzione di videogiochi e console, fondata nel 1889 (solo un anno dopo della Kodak), è l’emblema della capacità aziendale di mutare in “armonia” con i cambiamenti dell’industria di appartenenza.

Senza dilungarci eccessivamente sull’intera evoluzione aziendale – quanto affermato in precedenza non deve dissuadere dall’esistenza, fisiologica, di fasi di mercato economicamente difficili anche per Nintendo – focalizziamo l’attenzione sul boom di utenti “catturati” dall’ultima invenzione: Pokémon Go.

Si tratta di un videogioco per smartphone che, utilizzando la realtà aumentata, consente di catturare, allevare e far combattere i Pokémon (ricordate il cartone animato della seconda metà degli anni ‘90?). E bene, grazie a questo videogioco, le azioni di Nintendo hanno registrato un rialzo storico che non si verificava dagli inizi degli anni ‘80.

Siamo sicuri che l’avvento di Pokémon Go cambierà la vita di molti di noi. Tuttavia, se dalle evidenze presentate in questo articolo ognuno di noi (semplici cittadini, lavoratori, imprenditori, aziende e, perché no, politici) comprenderà l’importanza di evolvere all’evolvere del mondo che ci circonda, siamo sicuri che in futuro assisteremo sempre più alla nascita (e al successo) di un numero maggiore di Nintendo e alla conseguente riduzione delle situazioni di crisi in stile Kodak.

3 commenti su “Kodak vs Nintendo. Quando la sopravvivenza aziendale dipende da Pokémon Go!”

  1. Purtroppo Nintendo è anche una azienda che punta sul gimmick. Per esempio con la Wii hanno lanciato la moda del motion control per i videogiochi, che poi hanno abbandonato alla generazione successiva quando la concorrenza cercava ancora di scimmiottarli. Similmente accadde con il 3D con il flop del VirtualBoy, concetto resuscitato con il 3DS quando la tecnologia era più matura. Nintendo ha questa abitudine di creare un prodotto che appare molto interessante, genera un interesse stratosferico, ma non riesce a mantenere interessato il pubblico nel lungo termine. Dato il track record, non sono convinto che faranno di Pokemon GO un pilastro del loro business; almeno non nel lungo termine.

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  2. Pokemon Go è già morto comunque, il linea con quanto detto da Antonio del commento precedente. Hanno creato un hype stratosferico e sono riusciti a promuoverlo per un anno circa, ma l’emozione si è spenta subito. Non sono riusciti a dare sostegno al prodotto nel tempo.

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