Liz Truss, le dimissioni di chi fa i conti senza l’oste
Record di durata nella storia del Regno Unito! Liz Truss, prima ministra britannica, si è dimessa dopo soli sei settimane dall’assunzione dell’incarico. Lo ha comunicato giovedì a seguito della caduta dell’appoggio dei membri del suo partito. Nessuno era durato così poco prima.
Liz Truss, è “durata di più l’insalata”
Il 14 ottobre il quotidiano britannico Daily Star in una diretta su YouTube aveva lanciato il sondaggio “La lattuga durerà più di Liz?” inquadrando una lattuga da 60 penny ed una foto di Liz Truss. Ed effettivamente è stato così.
In pochi giorni la diretta è diventata virale e così il Daily Star ha rincarato la dose fino ad arrivare al giorno delle dimissioni, il 20 ottobre, con una foto della lattuga con una parrucca bionda e le bandierine.
La lattuga dal 60 penny celebra la vittoria mentre la prima ministra si dimette.
Si intitolava la foto.
Ma cosa ha spinto Liz Truss a chiedere le dimissioni dopo così poco tempo dall’insediamento?
Liz Truss, ripercorriamo i 44 giorni
Tutto ha inizio il 6 settembre, quando prende il via il suo mandato, oscurato dalla morte della Regina Elisabetta, scomparsa due giorni dopo averle conferito l’incarico. I problemi non tardano ad arrivare e subito dopo il periodo di lutto nazionale ecco che escono allo scoperto. La discesa verso il baratro si presenta con l’approvazione del mini-budget da parte del partito conservatore, avvenuta il 23 settembre, e che prevede il taglio alle tasse dei più ricchi. Taglio che provoca il crollo della sterlina. Dopo solo dieci giorni, Liz Truss revoca il provvedimento.
Ma in cosa consisteva questo provvedimento? Il provvedimento che ha provocato il crollo della sterlina prevedeva la rimozione dell’aliquota fiscale del 45% sui redditi superiori a 150mila sterline. Mossa politica ed economica estremamente sbagliata e poco furba in quanto non prevedeva alcuna copertura al taglio di 45 miliardi di sterline. Ma non solo. Il mini-budget prevedeva anche l’annullamento del piano annunciato a marzo 2021 circa l’aumento delle imposte sulle società dal 19% al 25%.
A seguito di questo fallimento ci sono state le dimissioni del cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, seguite da quelle del ministro dell’Interno Suella Braveman e adesso del primo ministro Truss.
Può definirsi un disastro preannunciato?
Ovviamente la prima cosa a cui tutti pensano è che “non doveva andare così”. D’altronde la Truss ha vinto le elezioni contro Rishi Sunak proprio grazie alle sue promesse di rilanciare l’economia non solo riducendo le tasse ai redditi più alti e a tutte le società ma anche aiutando i cittadini con l’inflazione sempre più elevata. Chi mastica le materie economiche però sa che un taglio fiscale di così elevata portata a tutto può portare tranne che ad una crescita economica, come invece sosteneva il governo. Infatti, questa proposta non solo ha ricevuto critiche da parte degli economisti ma ha anche ricevuto un duro NO da parte del Fondo Monetario Internazionale. Ed infatti la reazione dei mercati non si è fatta attendere. I titoli di stato sono crollati e la sterlina è scesa al di sotto del dollaro. Se molti fondi ed altrettante società finanziarie non sono falliti in pochi giorni lo si deve solo all’intervento della Banca d’Inghilterra.
Liz Truss, cosa succede adesso
La settimana prossima si terranno le elezioni per definire il prossimo primo ministro e il nome potrebbe essere già deciso il 28 ottobre. I favoriti sono Rishi Sunak, suo sfidante delle scorse elezioni e Penny Mordaunt, leader della camera dei comuni. In ogni caso, chiunque sia, dovrà subito prendere in mano le redini di un paese che versa in una situazione economica non delle più floride.
E viste le recenti similitudini con la situazione italiana soprattutto del quotidiano britannico The Economist, la domanda sorge spontanea “Italians do it better?”.