Model 3: Tesla raggiunge l’obiettivo
Tesla ha raggiunto l’obiettivo fissato dal CEO Elon Musk, centrando il target di produzione da lungo tempo ricercato con la Model 3. Per precisione la produzione ha raggiunto 5.031 Model 3 nell’ultima settimana del secondo trimestre, superando un obiettivo che l’amministratore delegato di Tesla aveva definito cruciale per generare profitti e guadagni.
Un anno di ritardo per la Model 3
Il risultato è arrivato con oltre un anno di ritardo: inizialmente previsto per la fine del 2017, è stato spostato per diversi problemi alla produzione che avevano rallentato i lavori, tanto da dover far aspettare l’acquirente 2 anni dal momento dell’ordine al momento della consegna dell’autovettura. Già dal prossimo mese, Musk prevede un incremento a 6 mila unità alla settimana.
Risultati raggiunti grazie ad una “tenda”
Dopo aver lavorato 24 ore su 24 per raggiungere l’obiettivo di produzione, Elon Musk ha deciso di interrompe la produzione del model 3 per questa settimana.
La pausa consentirà all’azienda di effettuare manutenzioni di base e i lavoratori potranno rilassarsi con le proprie famiglie per la festa del 4 luglio.
Il secondo azionista plaude
“Stanno aumentando drasticamente la produzione ora”, ha detto Joe Fath, un gestore di fondi per T. Rowe Price, il secondo azionista di Tesla, dietro solo a Musk. “Hanno un sacco di veicoli in transito diretti ai centri di vendita, in modo da poterli installare per un terzo trimestre davvero buono”.
Tesla non ha guadagnato un profitto annuale nei suoi 15 anni di storia. È regolarmente dovuto tornare a Wall Street per cercare miliardi di dollari dopo aver bruciato denaro contante a tassi che hanno allarmato alcuni investitori e società di rating del credito.
Fath ha dichiarato che Musk non ha avuto problemi a raccogliere capitali prima e se volesse non ne avrebbe neanche ora.
Un’altra strada per superare il problema della liquidità
Elon Musk pare voglia evitare la strada di Wall Steet, pertanto la Tesla sta chiedendo un ulteriore anticipo di 2500 dollari ai suoi clienti statunitensi e canadesi che hanno già prenotato la Model 3 versandone 1000. Se soltanto 200 mila persone aderissero alla richiesta (meno della metà dei 420 mila che hanno già ordinato la vettura) , la Tesla si ritroverebbe in cassa mezzo miliardo di dollari di nuova liquidità.
Tesla prima, ma solo per poche ore
Dimostrare che questi tassi di produzione possano continuare sarà la chiave per giustificare una capitalizzazione di mercato che, col boom del 6,4% di lunedì, ha superato nuovamente la General Motors. Ciò ha reso Tesla, per la seconda volta nel 2018, la più importante casa automobilistica statunitense per capitalizzazione.
Nella giornata di ieri il titolo ha subito una brusca discesa, riportando Tesla al secondo posto.
Soglia critica per i crediti d’imposta
Mentre Tesla non rivela le vendite di veicoli per regione, è vicino a raggiungere 200.000 vendite cumulative negli Stati Uniti. Questa è una soglia critica: una volta che un fabbricante automobilistico raggiunge quel numero di veicoli elettrici, il credito d’imposta federale di 7.500 dollari per automobile elettrica inizia a diminuire gradualmente.
Goldman Sachs continua ad essere ribassista
Elon Musk nei giorni scorsi ha “sbeffeggiato” l’analista finanziario David Tamberrino.
L’analista è unribassista sulle azioni Tesla e ha segnato il prezzo di riferimento a 6 mesi per le azioni Tesla a 195 dollari.
Nonostante le notizie sulla produzione della Model 3 Tamberrino ha confermato le sue stime dichiarando che “la produzione della Model 3 non è sostenibile in un regime di redditività”, aggiungendo inoltre che “per raggiungere questo obiettivo (con un anno di ritardo) si è fatto l’impossibile, per quanto potrà farlo?”
Vedendo i risultati sulle prime contrattazioni si potrebbe dire che il duello a distanza continuerà ancora per molto.