Perché il prezzo del carburante continua a salire?
Il rincaro carburante non sembra arrestare la sua corsa. In questa settimana appena trascorsa, la benzina ha toccato 1,918 euro al litro. Diesel e il Gpl rispettivamente 1,780 euro e 0,785 euro. Anche il metano non è rimasto esente da aumenti toccando 1,685 euro al litro.
Un aumento costante
Rispetto allo stesso periodo del 2020, stando al Mise, il costo della benzina ha avuto un rialzo del 19,4%. In soldoni, rispetto all’anno scorso, per fare un pieno oggi occorrono circa 13,5 euro in più. Sulla stessa scia il diesel con un aumento del 18,5% corrispondente a circa 11 euro in più per poter fare il pieno.
Questo aumento generalizzato del costo carburante, secondo il Codacons, comporterà un aumento di 324 euro a famiglia. E questo solo per quanto riguarda il rifornimento della macchina. A questo rincaro, vanno aggiunti anche quelli riguardanti l’aumento del costo di luce e gas. L’energia elettrica segna un incremento del 29,8% rispetto al trimestre precedente. Il gas, invece, si stima raggiungerà un +14,4. Quindi, traducendo nuovamente tutto in soldoni, l’Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) stima che le famiglie pagheranno 145 euro all’anno per la luce per e 155 euro per il gas.
Una ricaduta sui trasporti
Il petrolio fa muovere persone… e merci. Ciò significa che un primo effetto del rincaro carburanti si traduce in un aumento dei prezzi al dettaglio. In Italia, ancora l’85% delle merci viaggia su gomma e questo chiaramente, comporta che i consumatori finali si troveranno ad acquistare una moltitudine di prodotti ad un prezzo più elevato.
Così commenta la Coldiretti:
l’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi, mentre aumentano i costi per le imprese.
Anche sull’intero sistema agroalimentare, quindi, si ripercuoterà l’aumento del prezzo del carburante. Sempre secondo la Coldiretti i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale di quelli per frutta e verdura.
I motivi del rincaro sul carburante
Sono diversi i motivi che hanno fatto sollevare l’asticella del prezzo del carburante. Ma i principali sono essenzialmente due: la ripresa economica post lockdown e il mancato accordo tra i Paesi dell’Opec circa l’aumento della produzione del greggio.
Infatti, il mancato accordo va ricercato tra l’attrito che intercorre tra Arabia Saudita (che ricordiamo è il primo paese produttore al mondo) ed Emirati Arabi Uniti (produttore emergente del cartello Opec). Gli Emirati Arabi, infatti, negli ultimi tempi hanno effettuato dei grossi investimenti in giacimenti petroliferi e di gas. Per questo hanno richiesto, agli altri Paesi dell’Opec di poter aumentare la produzione di greggio andando quindi a rivedere gli accordi generali sui tagli che tutti i paesi devono rispettare.
In altre parole, significa che gli Emirati vogliono e possono produrre di più facendo storcere il nasi in promisi all’Arabia Saudita. Se infatti venisse concesso agli Emirati di produrre di più, questo comporterebbe una revisione degli accordi anche per Azerbaigian, Kazakistan, Kuwait e Nigeria che da tempo chiedono di produrre a volumi maggiori.