Tesla: Elon che succede?
Chiudere un bilancio con perdite molto elevate pur in presenza di enormi ricavi è sempre indice di cattiva gestione aziendale. Il fatto che alcuni analisti lo considerino un fatto positivo perché si aspettavano perdite anche peggiori, è invece un segnale di quanto il mondo finanziario sia pieno di soggetti da internare in un ospedale psichiatrico. La Tesla ha da poco diffuso i risultati economici del primo trimestre 2018 e non sono certo buoni.
Grosse perdite per Tesla
A fronte di ricavi in crescita (3,22 miliardi di dollari contro 2,7 del Q1 2017) la perdita netta è stata di 784,6 milioni; nello stesso periodo dell’anno precedente era stata di 330,3 milioni.
Quindi le perdite sono più che raddoppiate nonostante un piccolo aumento delle entrate. Gli analisti sono contenti perché si aspettavano un fatturato minore e perdite ancora più elevate. Ma questo in realtà dimostra solo che gli analisti non ci prendono un gran che.
La soluzione? Licenziamenti!
La risposta di Elon Musk è quella che ormai danno tutti i dirigenti delle multinazionali.
Licenzierà più di 3.000 dipendenti, o circa il 9% della forza lavoro dell’azienda.
Il CEO di Tesla ha sottolineato ciò che molti a Wall Street hanno detto da mesi: Tesla ha raggiunto un momento cruciale.
Ma i licenziamenti non sono una novità
I tagli nella forza lavoro in massa non sono completamente sconosciuti a Tesla. L’anno scorso la società ha licenziato circa 700 persone che, secondo Musk, non avrebbero rispettato le revisioni annuali delle prestazioni. La forza lavoro di SolarCity è stata inoltre significativamente ridotta durante l’acquisizione della società da parte di Tesla nel 2016. L’anno si è concluso con circa 3.000 dipendenti in meno rispetto alla fine del 2015.
Valutazioni errate
Dopo aver valutato erroneamente la velocità con cui la casa automobilistica sarebbe stata in grado di fabbricare in serie un veicolo elettrico per la prima volta, l’amministratore delegato sta spingendo sul freno dopo anni di assunzioni a una velocità vertiginosa.
Il più grande taglio di forza lavoro nella storia di Tesla (ormai 15 anni) sottolinea la pressione cui Musk è sottoposto per smettere di bruciare i soldi (e iniziare a portare a casa qualcosa).
Finora, l’azienda ha perso complessivamente circa $ 5,4 miliardi, e anche la maggior parte degli ottimisti non crede che l’inchiostro rosso finirà lì. Tesla potrebbe perdere altri $ 1,3 miliardi nei prossimi quattro trimestri, secondo le stime degli analisti compilate da Bloomberg.
Potrebbero servire altri 2 miliardi
Mentre il CEO ha fermamente escluso la necessità di raccogliere più soldi quest’anno, la società ha circa $ 1,2 miliardi in obbligazioni convertibili che scadono all’inizio del 2019. Tali obblighi, uniti ai costi operativi, potrebbero richiedere un’iniezione di oltre $ 2 miliardi entro la fine dell’anno.
Gli operatori sui mercati finanziari non sono contenti
Da tempo i mercati sembrano mostrare diffidenza verso i progetti (tanto arditi quanto di complicata realizzazione) di Musk: dopo aver guadagnato il 900% in 5 anni, i numeri di Tesla hanno iniziato a perdere colpi (nel primo trimestre dell’anno, il colosso delle auto elettriche ha perso $709,6 milioni, cioè $4,19 per azione) e, lo scorso marzo, ha incassato un pessimo rating da Moody’s Investors Service, che ha tagliato la valutazione corporate da “B2” a “B3”. E quella del debito societario senior addirittura a “Caa1”.
I problemi non sono finiti
Oltre a spendere di più per raddrizzare la nave con la berlina Model 3, la società dovrà sborsare miliardi di dollari per costruire nuove fabbriche di automobili e batterie in Cina e in Europa – per non parlare della consegna di un nuovo crossover, auto sportiva e semi camion nei prossimi anni. Gli analisti di Goldman Sachs Group Inc. hanno detto il mese scorso che Tesla potrebbe dover sfruttare i mercati dei capitali per oltre $ 10 miliardi di finanziamenti entro il 2020.
Inoltre i problemi di affidabilità iniziano a farsi più insistenti (la notizia della Tesla in fiamma arriva proprio nel momento sbagliato)
Shortare su Tesla però non conviene
Dato che Tesla non ha mai realizzato un profitto annuale nei quasi 15 anni di attività e le brutte notizie si sommano viene facile pensare ad una posizione corta sul titolo ma l’andamento borsistico non pare dare retta al buon senso.
Gli investitori che hanno scommesso contro le azioni Tesla hanno perso un miliardo di dollari nella sola giornata di mercoledì 6 giugno.
Parlando più in generale, gli ultimi anni non sono risultati clementi per i cosiddetti “ribassisti di Tesla”, infatti dal 2016 ad oggi, secondo S3, questi investitori hanno bruciato circa 7,6 miliardi di dollari in perdite mark-to-market.