“Unicorno”: simbolo di forza e immaginazione come le startups di successo
In Finanza, un unicorno è un’azienda privata, più nello specifico una startup, che ha raggiunto una valutazione di mercato di oltre 1 miliardo di dollari, ma non risulta quotata in Borsa. Allo scopo di descrivere le società tecnologiche valutate più di $ 1 miliardo nel 2013 Aileen Lee, fondatrice di Cowboy Ventures – fondo di venture capital – coniò il termine “azienda unicorno”. Questo fenomeno risulta controverso e porta a una diatriba tra gli studiosi di Economia ed esperti del settore. Da una parte coloro che ritengono che tali aziende siano solo il risultato naturale del progresso tecnologico e dell’innovazione e dall’altra coloro che pensano che il numero crescente sia il segnale di una bolla nel settore.
Unicorno: la scalata è faticosa!
Si stima che un’azienda abbia solo lo 0,000006% di possibilità di diventare un unicorno e occorrono in media sette anni perché una startup lo diventi. Sono i venture capitalists e gli investitori che hanno partecipato al finanziamento di società a svolgere la valutazione miliardaria. Infatti, poiché tutti gli unicorni sono startups, il loro valore si basa principalmente sul loro potenziale di crescita e sviluppo previsto, quindi non correlato alla loro effettiva performance finanziaria o ad altri dati fondamentali.
La maggioranza degli unicorni risultano essere creati attraverso acquisizioni. Più rara ma comunque possibile è la nascita grazie all’aumento del capitale privato disponibile prima che le società diventino quotate e le azioni siano destinate agli investitori, o grazie a progressi e innovazioni tecnologiche che consentono alle startup di crescere e raggiungere un quantitativo importante di potenziali acquirenti in tempi rapidissimi. I fattori che distinguono le aziende o startup unicorno sono:
- Gli unicorni sono dirompenti
- Gli unicorni sfruttano la tecnologia a proprio vantaggio
- Gli unicorni si focalizzano sul consumatore
- Gli unicorni orientati alla crescita
Gli unicorni sono dirompenti
Nel mondo degli affari, la cosiddetta disruption è la prima caratteristica che differenzia un potenziale unicorno da una semplice startup. Con disruption ci si riferisce all’innovazione in un settore che colpisce radicalmente il modo in cui l’industria o il mercato opera.
La strategia applicata è inizialmente simile a quella di molte altre aziende: fornire soluzioni più semplici ed economiche che soddisfino le stesse esigenze dei prodotti di fascia alta. Tuttavia, questi prodotti diventano sempre più attraenti per i consumatori grazie alla loro convenienza. Di conseguenza, l’azienda si sposta gradualmente verso mercato più “alto”, addirittura prendendone il controllo.
L’esempio più noto è Netflix, che ha sconvolto l’industria del video fornendo servizi di streaming a basso costo. La disruption richiede alle startup di proporre soluzioni nuove e creative che possano differire da quelle convenzionali. Per farlo, vengono sperimentati diversi modelli di business, come freemium, abbonamenti o commissioni, fino a trovare quello che funziona.
L’unicorno sfrutta la tecnologia a proprio vantaggio
Le aziende in crescita approfittano delle tecnologie e dei software disponibili per aiutare il business a scalare. Le tecnologie utilizzate sono tra le più disparate: il cloud computing, i sistemi di Customer Relationship Management (CRM) o il software aziendale. Tutto ciò che può essere utilizzato per permette alle aziende di funzionare in modo più efficiente con meno risorse.
I progressi dell’IA sono un concreto aiuto per la startup nella sua trasformazione in unicorno. L’IA può essere utilizzata per automatizzare i processi, fornire esperienze utente personalizzate, migliorare il servizio clienti e altro ancora. Infatti, quasi il 90% degli unicorni sviluppa softwares a questo scopo e fornisce i propri prodotti.
Gli unicorni si focalizzano sul consumatore
Oltre il 60% degli unicorni ha un sistema di business B2C (business-to-consumer). Ciò significa che il loro modello di business ruota intorno alla fornitura di prodotti e servizi accessibili ai consumatori. Per creare prodotti che i consumatori vogliono davvero, bisogna identificare un target specifico e capire cosa possa migliorare la vita di questi individui. Inoltre, i prodotti devono anche incorporare un design intuitivo in modo che sia facile da usare e capire. Un unicorno offre una proposta di valore molto forte. Essa è fondamentale per incrementare le vendite e migliorare il marketing (in particolare, la reputazione).
L’unicorno orientato alla crescita
Gli unicorns impiegano strategie che permettono loro di crescere e scalare altre aziende a tassi esponenziali, sono quindi soprannominati “organizzazioni esponenziali”. Gli unicorni selezionano la strategia Massive Transformative Purpose (MTP) per il loro business.
Un MTP è un obiettivo altamente ambizioso che guida il team e lo incoraggia a pensare fuori dagli schemi per raggiungere tale obiettivo. Con una visione chiara in mente, le aziende unicorno raggiungono la crescita, convalidando i loro canali di marketing e di vendita con test locali, quindi replicando rapidamente le strategie di successo in altre località.
Le ragioni della straordinaria crescita
Rispetto al 2020, la popolazione degli unicorni mondiali è passata da 616 a quasi 1000 (+60%), con conseguente raccolta di capitali passata da 450 a 650 miliardi di dollari e una valutazione quasi raddoppiata (da 2 a 3,4 triliardi di dollari). Cos’ha portato a questa crescita repentina? Gli esperti concordano su quattro punti:
- Il private equity
- Sono ripartite le IPO
- La pandemia
- La “globalizzazione” dell’innovazione
Il private equity
Il private equity (PE) ha giocato un ruolo fondamentale. Dei 13 investitori che hanno guidato i deal di investimento a maggiore capitale nel primo semestre del 2021, ben dodici sono di PE. In primis Tiger Global Management, Insight Partners e Softbank Vision Fund, con i primi due che sono in testa nel ranking assoluto degli investitori più attivi del 2021.
Sono ripartite le IPO
Si è riaperto il mercato delle IPOs, acronimo di “initial public offerings” per le quotazioni in borsa. Il 2020 era già stato un anno da record, con la quotazione di 61 venture backed companies e quasi mezzo miliardo di dollari di valutazione totale. Nel 2021, a metà settembre sono state quotate oltre 150 aziende con una valutazione complessiva di oltre 1,1 miliardo di dollari.
La pandemia
La pandemia da coronavirus ha accelerato l’esplosione (o maturazione) di alcune tecnologie di fondamentale importanza per le startups, in primis cloud e mobile.
Unicorno: la “globalizzazione” dell’innovazione
I capitali stanno iniziando ad affluire anche al di fuori dalla Silicon Valley e dagli Stati Uniti, in un processo di progressiva “globalizzazione” dell’innovazione. La quota della Silicon Valley sugli investimenti mondiali in Venture Capital è progressivamente scesa da quasi il 27% all’inizio della scorsa del 2010 a meno del 20%. Il che non significa che la Silicon Valley sia in crisi, ma che la spinta innovativa stia diventando più piatta.
L’ingrediente (non proprio) segreto dell’unicorno
Gli unicorni sembrano essere diventati una realtà consolidata, più che una mera bolla di settore. La pandemia ha solo velocizzato un processo che era già in corso da tempo, ma poco noto ai più. Questa accelerazione è stata possibile grazie alla necessità di nuove tecnologie rispondenti ai cambiamenti che ci sono stati nel modo di vivere la quotidianità delle persone.
A mano a mano che le persone sperimenteranno nuovi problemi, le startups dovranno essere in grado di coglierli ed essere in grado di restituire prodotti che porteranno un vero e proprio valore aggiunto al cliente. Parola d’ordine: creatività!
Articolo a cura di Francesca Paesano