Abbiamo già parlato di venture capitalist e business angel, ma è bene tenere a mente che non sono le uniche modalità attraverso cui una start-up può ricevere fondi. Per partire da zero, o quasi, esistono diversi modi di attirare capitali: dai prestiti da parte di parenti e amici all’autofinanziamento, dal crowdfunding ai concorsi del settore, dagli incubatori agli acceleratori. Ogni percorso ha le sue caratteristiche fatte di vantaggi e svantaggi.
Si tratta in genere dei primi sostenitori dell’idea Friends, Family e Fools, ovvero amici, familiari e persone particolarmente amanti del rischio. Se da un lato è difficile che questi richiedano quote societarie, dall’altro è altrettanto difficile che vogliano iniettare nuovi capitali in futuro. Inoltre, è importante tenersi nei limiti e non chiedere alle persone più di quanto non possano permettersi di perdere.
I cosiddetti love capital rappresentano un buon punto di partenza a condizioni agevolate, ma non bisogna dimenticare di spiegare i rischi del prestito o dell’investimento a chi ci finanzia, impegnandosi poi a restituire il tutto, magari anche per iscritto. È utile definire le condizioni fin da subito, lo stato di amicizia o parentela potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, quindi meglio essere trasparenti. Il suggerimento standard è quello di legare la restituzione del denaro alla crescita del fatturato, in sostituzione delle classiche rate periodiche.
Per capire meglio il fenomeno, nel 2014 negli USA ci sono stati prestiti di questo tipo per 60 miliardi di Dollari, il triplo rispetto al capitale investito dai venture capitalist, con un investimento medio di 23 mila Dollari.
Il termine di derivazione inglese è usato per indicare l’autofinanziamento. Affinché questo possa realizzarsi, la start-up necessita di fatturazione e flusso di cassa tali d garantire all’azienda le risorse necessarie.
Uno dei vantaggi di questa operazione è lo stimolo della creatività del team, infatti in assenza dei fondi necessari si cercherà un modo per ottenere ciò che si cerca, migliorando la capacità propositiva e decisionale dei membri. Un altro elemento da non sottovalutare è l’orientamento al cliente, anziché all’investitore. Infatti, una imperterrita e disperata ricerca di qualcuno interessato a investire nell’idea potrebbe portare a distorcere la stessa verso una visione focalizzata più sui bisogni dell’investitore che su quelli del cliente.
Tuttavia, il bootstrapping è più adatto per imprese intenzionate a vendere servizi rispetto a quelle che realizzano un prodotto per via dei costi inferiori che deve sostenere un’azienda della prima tipologia. Un ulteriore svantaggio sta nella difficoltà che il denaro proprio possa risultare sufficiente per realizzare un’espansione del business.
Piattaforme come Kickstarter ed Indiegogo sono gli esempi più celebri di questa pratica online. È una forma di microfinanziamento dal basso, uno dei modi più diffusi ed efficaci per far conoscere la propria idea e raccogliere i fondi necessari. Consente infatti di effettuare una sorta di test di gradimento del prodotto, proponendolo direttamente al cliente.
Esistono diverse tipologie di crowdfunding: reward based (prevede una ricompensa in cambio della donazione), donation based (donazioni vere e proprie, usato soprattutto in ambito no profit), lending based (microprestiti a persone o imprese), equity based (il finanziatore partecipa al capitale sociale diventando socio a tutti gli effetti).
In Italia i finanziamenti di tipo reward e donation sono pressoché raddoppiati dal 2015 ad oggi, passando da 12 a 24 milioni di Euro. Nell’equity tra i portali più attivi in termini di denaro raccolto e campagne presentate troviamo Starsup (24 campagne e 2,916 milioni), Crowdfundme (19 campagne e 1,845 milioni) e Mamacrowd (12 campagne e 1,896 milioni). Per quanto riguarda il lending, Younited Credit è la prima piattaforma con prestiti erogati per 36,690 milioni di Euro.
I premi si vincono partecipando a concorsi e competizioni del settore. Possono consistere in denaro o in un periodo di incubazione con consulenza annessa. Sono un punto di inizio, ma possono risultare insufficienti in assenza di altre fonti di denaro. Partecipare ad un evento di prestigio può portare visibilità mediatica, ma bisogna fare attenzione affinché non si diventi controproducente. Un elenco dei concorsi disponibili è consultabile qui.
Il Fondo di Garanzia è una agevolazione del Ministero dello Sviluppo Economico destinata alle PMI, alle start-up e agli incubatori certificati. È utile per start-up che sono già avviate ed incontrano difficoltà nella concessione di prestiti da parte delle banche. In sostanza, il Fondo non eroga prestiti, ma concede una garanzia pubblica, quindi la possibilità concreta di ottenere un finanziamento senza garanzie aggiuntive. Il Fondo può intervenire fino ad un massimo dell’80% del finanziamento. Per presentare la domanda è necessario richiedere un prestito alla banca e, contestualmente, richiedere la garanzia diretta sul finanziamento. Per ulteriori informazioni visitare questo link.
Non si tratta di vere e proprie fonti di finanziamento, bensì di servizi utili per la start-up. Gli incubatori cercano di semplificare il processo di creazione di nuovi progetti imprenditoriali offrendo a prezzi contenuti spazi fisici e, ad esempio, consulenze sul business plan. Un incubatore guadagna tramite l’erogazione di servizi e la cessione di quote delle start-up (se quotate). Gli acceleratori aiutano mediante raccolta fondi, networking ed un programma strategico lo sviluppo del progetto per un ingresso sul mercato in tempi che vanno mediamente dai 6 ai 12 mesi e hanno ritorni cedendo le proprie quote di partecipazione.