Internazionale

Grecia: caos, baratro e risalita?

La Grecia nell’Unione economica

19 giugno 2000: dopo molte trattative la Grecia viene ammessa nell’Unione economica e monetaria dell’U.E. dal Consiglio Europeo. Questo avviene grazie ai soddisfacenti risultati in diversi parametri utilizzati come criteri discriminanti. Alcuni di questi sono,

  • tasso d’inflazione
  • debito pubblico
  • tassi d’interesse e di cambio
  • deficit di bilancio

Limiti rispettati?

Simbolo del partito Nuova Democrazia

Nel 2004 il Governo di destra guidato dal partito Nuova Democrazia, commissiona una revisione dei parametri che hanno permesso alla Grecia di entrare nell’Unione economica. L’indagine condotta dall’Eurostat, rivelò che il deficit del 1999 andava oltre il 3% fissato come limite. Questa discrepanza era stata generata da una modifica delle pratiche contabili attuate dal nuovo Governo: ad esempio, le spese militari venivano contabilizzate al momento dell’ordine e non dell’effettivo arrivo della merce. Per dimostrare queste incongruenze, l’Eurostat utilizzò la metodologia SEC95 del 2000 e dimostrò un superamento del limite di 0,38 punti percentuali.

Errori o manipolazioni?

La Grecia non è stato l’unico Paese che è stato accusato di aver falsificato i suoi valori del deficit per entrare nell’Eurozona: tra questi figurano diversi Stati tra cui anche l’Italia. Le indagini condotte dall’Eurostat e da esperti del settore hanno evidenziato come appariva certa una manipolazione volontaria dei dati.

Le Olimpiadi del 2004

Logo dei XXVIII Giochi Olimpici

Solo pochi mesi dopo aver vinto gli Europei di calcio, la Grecia ospitava i giochi olimpici. Al tempo visti per lo più come una rinascita del Paese sia a livello sportivo che internazionale, ora sono conosciute soprattutto con un altro nome: le moderne rovine greche. L’entusiasmo per la manifestazione e le previsioni di imponenti incassi si rivelarono ben presto solo delle speranze. Il budget di quindici miliardi di Euro per l’organizzazione dell’evento fu sforato e questo segnò l’inizio del tracollo greco.

Fast forward: il 2008 e l’inizio della crisi

Come tutti sanno, tra il 2007 e il 2008 è scoppiata una bolla speculativa che è degenerata in una profonda crisi economica in tutto il mondo. In Europa, tra gli Stati più colpiti c’era la Grecia. Nell’autunno del 2009, il presidente George Papandreou dichiara pubblicamente che i precedenti Governi hanno falsificato i bilanci statali per permettere l’ingresso del Paese nell’Euro. La Grecia era ufficialmente a rischio bancarotta.

Confronto tra il debito pubblico greco e quello dell’Eurozona

Le preoccupazioni degli investitori

Con un debito pubblico in rapida crescita, gli investitori iniziarono a dubitare della capacità del Paese di riuscire a rispettare i propri adempimenti a riguardo del debito. Questa “mozione di sfiducia” del mercato portò ad un allargamento dello spread del rendimento delle obbligazioni e da un aumento del costo di assicurazione contro i rischi derivanti dai credit default swap. Queste preoccupazioni si acuirono quando nell’aprile del 2010, il debito pubblico greco venne declassato a junk bond dalle principali agenzie di rating.

Il piano di salvataggio

Il 2 maggio 2010, i Paesi dell’Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale decidono di concedere alla Grecia un prestito in tre anni di centodieci miliardi di Euro, condizionato all’imposizione di misure di austerità. Questo prestito rende evidente come la Grecia sia già in stato di default, in quanto non più in grado di vendere i propri titoli di debito a condizioni di mercato.

L’ulteriore declassamento

Nel 2011 il rating della Grecia scende ad una media di voto di C e questo porta il Governo ad effettuare tagli per sei miliardi e mezzo di Euro e a politiche di privatizzazione al fine di ottenere altri presti dal F.M.I.. In questo periodo il tasso di disoccupazione è di quasi il 16%. A questa situazione segue un loop di peggioramento della situazione economica e ulteriori misure di austerity che rendono realistica un’uscita del Paese dall’Euro.

Troika e Brussels Group

I principali creditori internazionali della Grecia si riuniscono in un gruppo prima formato da

in seguito nel 2015, questo organismo viene modificato ed ampliato con l’inserimento del Fondo Salvs-Stati e del Governo greco.

Manifestanti in favore del NO

Alexis Tsipras e il referendum

Dopo una timida ripresa del PIL sul finire del 2014, Alexis Tsipras vince le elezioni di inizio 2015 e quindi viene designato come negoziatore del pagamento del debito greco con B.C.E., F.M.I. e U.E.. I primi tentativi si rivelano un fiasco in quanto le condizioni imposte vengono ritenute umiliante per il popolo greco ma alla fine si giunge ad un parziale accordo. A giugno Tsipras fissa un referendum per il mese successivo in cui gli elettori sono chiamati ad esprimersi a favore o contro le proposte per la ristrutturazione del debito. Il “No” vince a valanga con il 62% dei voti ma una settimana più tardi, Tsipras giunge ad un accordo finale con i creditori.

La fine della Troika

Nel giugno 2018 l’Europa chiude il commissariamento quasi decennale della Grecia e le restituisce la sovranità finanziaria. Il Paese viene ritenuto idoneo a ricevere l’ultima tranche di aiuti e il Governo approva le quasi novanta riforme necessarie per finalizzare l’aiuto da parte dei creditori. Inoltre questi ultimi procedono al taglio del debito greco che era arrivato a sfiorare il 190% del PIL. Come promesso, Tsipras festeggia il taglio indossando una cravatta.

Tsipras indossa una cravatta per celebrare la fine del commissariamento della Troika

Ulteriori concessioni

Oltre alla riduzione del debito, alla Grecia è stato concesso:

  • un’iniezione di liquidità sufficiente a non costringerla a ricorrere al mercato per almeno un anno e mezzo
  • allungamento di dieci anni delle scadenze dei prestiti con conseguente diminuzione degli oneri correlati
  • premi finanziari in caso di superamento dei controlli mensili da parte dei creditori

Il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici, ha dichiarato

Questo è un momento storico per la Grecia e per l’Eurozona

Published by
Andrea Noli