In questo articolo parleremo di bufale che riguardano il mondo economico. Qualunque scienza ormai è zeppa di storie inventate, fake news e simili e certamente la capacità di condividere notizie con un semplici click aiuta a diffondere il “virus”.
La bufala: ci sono due versioni, in una il venerdì era semplicemente il giorno in cui gli schiavi venivano venduti. In un’altra versione, una volta finiti i festeggiamenti per il Thanksgiving, le persone ricche/benestanti approfittavano delle offerte sui prezzi degli schiavi e facevano incetta di braccia per le loro piantagioni.
La realtà: il Black Friday è l’antipasto delle feste natalizie, un periodo di grandi affari per i rivenditori e quindi questi ultimi non hanno problemi ad offrire promozioni e offerte molto vantaggiose.
Negli anni cinquanta, gli imprenditori diedero il primo slancio a questa locuzione perché il venerdì era il giorno in cui si registravano più richieste di permessi per malattia. Si deve però aspettare al 1975 per avere vedere il venerdì nero menzionato in un articolo di un giornale (New York Times). Il motivo era semplice: le offerte sui prodotti facevano sì che si creassero ingorghi e file di auto. Questo portò i poliziotti a definire tale giorno il “Black Friday”.
La bufala: questa storia è breve e particolarmente deprimente se pensate al fatto che c’è gente che ci crede. Al momento delle monete europee in Euro, il Marco tedesco ha avuto un tasso di cambio di 1 a 1 mentre l’Italia è stata fregata e la Lira è stata scambiata a 1936,27 a 1.
La realtà: il tasso di cambio del Marco era addirittura superiore a quello della Lira a causa del diverso valore delle valute. Già questo smonterebbe le teorie complottare ma spendendo un minuto su Google, si può facilmente trovare questa immagine che spazza via (si spera) gli ultimi stoici difensori del complotto.
Potremmo scrivere migliaia di articoli solo su questo tema ma ci limiteremo a qualche esempio.
“Quando c’era la Lira un X costavo mille lire e ora costa due Euro”, questa è una frase tipica. I prezzi sono rimasti invariati nel passaggio all’Euro? No, ovviamente molti commercianti hanno approfittato dell’occasione per “aggiustare” i prezzi. Tuttavia, il tasso di inflazione tra anni ’70 e ’90 era in media dell’11,5% annuo ma in tempi recenti si misurano tassi inferiori rispetto al periodo precedente al cambio. Nel 2016, la media dell’Eurozona era di +0,2% mentre in Italia si aveva un -0,1%.
No, la Germania era più “preparata” al cambio di quanto non lo fosse l’Italia. Il nostro Paese è entrata nell’Euro grazie a riforme paragonabili a un salto mortale carpiato ma questo non è in alcun modo legato alla Germania.
L’Italia sarebbe potuta entrare più tardi e con conti in condizioni migliori ma i tedeschi hanno saputo sfruttare al meglio le riforme implementate all’inizio del secolo (come il piano Hartz) e ora sono il Paese guida del continente. In sintesi, è più una questione di preparazione migliore che di danno ad un altro Stato.
Krugman e l’Italia nel terzo mondo
Paul Krugman è un economista premio Nobel, conosciuto anche per le sue opinioni spesso dure e per non essere uno che si tira indietro dai confronti (basta seguirlo su Twitter per accorgersene). Quindi, come è finito uno come lui al centro di una bufala riguardante il nostro Paese? Facile, con questa sua dichiarazione:
By joining the euro, Italy in effect turned itself, macroeconomically, into a third-world country with debts in someone else’s currency, and exposed itself to debt crisis; now, thanks to the Draghi put, it has stepped half way back into the first world.
Con l’adesione all’euro, l’Italia in effetti si è trasformata, in modo macroeconomico, in un Paese del terzo mondo con debiti nella valuta di qualcun altro, e si è esposta alla crisi del debito; ora, grazie a Draghi, è tornata a metà strada nel primo mondo.
Qualcuno dirà “E quindi?” e in effetti non dice nulla di offensivo o aggressivo verso il nostro Paese ma qua arriva il bello.
Come si vede, nell’immagine viene riportata solo la parte che va contro l’Euro e l’Unione. Krugman non è certo un simpatizzante della moneta unica ma questi mezzucci sono più facili da diffondere rispetto a paper o altre pubblicazioni sul tema.
Sapete quanto paghiamo in più per colpa delle accise?
Siamo tutti controllati e manipolati dalle scie chimiche!!!
Il mappamondo? Solo uno strumento dei poteri forti per non far sapere che la Terra è piatta.
Sapete che il Wi-Fi fa male alla salute?
Non avete paura dei bot che creano la loro lingua?
Per non parlare della matita nello spazio e delle presunte smentite della Cristoforetti.