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Eravamo polli e prigionieri dei missili a Cuba

Nonostante quello che spesso si dice, quello che si studia sui libri di Economia non è solo teoria. Prendiamo ad esempio il dilemma del prigioniero: quante volte siamo capitati in una situazione in cui dovevamo decidere se cercare una soluzione ottimale per più persone oppure pensare solo a noi stessi? Analizziamo brevemente due scenari dell’Economia comportamentale per poi applicarli a un caso concreto.

Il dilemma del prigioniero

Senza scendere troppo nel dettaglio, il dilemma del prigioniero può essere schematizzato come segue:

Esempio a cura dell’autore
  • Situazione di partenza

Due persone, chiamiamole RED e BLUE, sono accusate di un crimine e arrestati. Vengono posti in due celle diverse e NON possono comunicare tra loro.

  • Il dilemma vero e proprio

A RED e BLUE vengono offerte due alternative: confessare o tacere.

Questo comporta il crearsi del dilemma: cosa è meglio fare?

Si creano tre scenari e ognuno comporta una conseguenza in termini di pena.

  • Gli scenari

Solo uno confessa: chi parla viene graziato mentre l’altro riceve dieci anni di pena

Entrambi parlano: sia RED che BLUE vedranno il Sole a scacchi per cinque anni.

Nessuno confessa: entrambi vengono condannati ad un anno per il reato che li ha fatti arrestare.

Qual è la strategia migliore?

Le persone pensano per sé. Messi di fronte all’occasione di venire graziati, entrambi penserebbero solo al proprio tornaconto e confesserebbero. In sostanza non esiste una migliore soluzione comune ma due singole strategie dominanti.

Prigionieri della Guerra Fredda

La Seconda Guerra Mondiale è finita, il mondo ha visto il suo ultimo conflitto e…..invece no. Bam, prima ancora che la Seconda fosse conclusa, Stati Uniti e sovietici preparavano le armi per l’inevitabile confronto. Il mondo era diviso in due, capitalismo e comunismo, la cortina di ferro era calata. C’era solo un piccolo bastone fra gli ingranaggi della macchina da guerra: l’atomica.

La corsa agli armamenti non era la scelta ottimale

Ciò che minacciava la stessa sopravvivenza della razza umana era anche quella che la proteggeva: la mutual assured destruction.

In parole povere, se qualcuno attacca allora l’altro risponde e siamo tutti finiti. Questo scenario è un equilibrio di Nash nel quale, una volta che entrambe le superpotenze si sono dotate di testate nucleari, nessuno ha alcun incentivo ad attaccare o a disarmare.

Non solo prigionieri, anche polli

Un’altro interessante scenario è quello del gioco del pollo (o del coniglio). In questa situazione,un giocatore deve indurre la controparte ad adottare un certo comportamento senza fare altrettanto.

Scena tratta dal film “Gioventù bruciata” del 1955

Avete presente le gare da film americano dove i due geni di turno si lanciano a tutta velocità, l’uno contro la macchina dell’altro? Se uno vira prima ha perso, se lo fanno entrambi la gara è nulla e se non lo fa nessuno, è un doppio funerale.

Il dilemma dei missili a Cuba

John Fitzgerald Kennedy, 35º presidente degli Stati Uniti d’America.

1962: un U-2 statunitense fotografa delle installazioni militari a Cuba che fanno presagire che si tratti di un impianto per potenzialmente lanciare dei missili balistici sulla mainland statunitense.  Per circa due settimane il mondo trattiene il fiato e si prepara al peggio. Un passo falso e la Terza guerra mondiale sarebbe iniziata. L’obiettivo dei due leader, Kennedy e Kruschev, era quello di evitarla ma nessuno dei due poteva mostrarsi debole rispetto al nemico. L’atteggiamento da indurre  per gli americani, era quello di far smantellare i missili sovietici a Cuba. Per l’URSS, quello di liberarsi dei missili statunitensi in Italia e Turchia.

La realtà e il gioco

Come tutti sanno, alla fine si raggiunse un compromesso e la guerra fu evitata. A differenza del gioco del pollo, le grandi crisi internazionali spesso portano a un compromesso tale per cui ciascuna parte può dire di aver vinto.

Published by
Andrea Noli