La nuova via della seta: cosa prevede?
Dopo settimane in cui sono arrivati moniti di Washington, perplessità da Bruxelles e liti tra i due partiti di Governo, Lega e M5s, l’esecutivo e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno incontrato il Presidente cinese Xi Jinping per firmare il Memorandum of Understanding alla BRI acronimo che sta per “Belt and Road Initiative” (o nuova via della seta). Connettività, porti, autostrade, scambi commerciali i punti chiave.
Cos’è la nuova via della seta?
L’iniziativa, annunciata nel 2013 dal presidente della Cina Xi Jinping, prende il nome, in realtà coniato solo nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen, dell’insieme di percorsi carovanieri e di rotte marittime che consentivano il commercio della seta e di spezie dalla Cina fino al mondo arabo e al bacino del Mediterraneo, già a partire dal primo secolo prima di Cristo.
La BRI è stata inserita in Costituzione dal Governo Cinese. Al momento dell’inserimento il Governo ha indicato i cinque principali obiettivi di questa iniziativa, ossia:
- coordinamento delle politiche;
- la connettività delle infrastrutture;
- un commercio senza ostacoli;
- l’integrazione finanziaria;
- i legami tra i popoli.
Cosa prevede la nuova via della seta?
Il progetto prevede una rete di ferrovie, strade e rotte che collegherà Asia, Europa e Africa lungo cinque percorsi. La Silk Road Economic Belt (la via della seta terrestre) collegherà la Cina all’Europa, al Medio Oriente e a Sud Est Asiatico, Asia del Sud e Oceano Indiano. La 21st Century Marittime Silk Road (la via della seta marittima del ventunesimo secolo) collegherà i porti della Cina con l’Europa, attraverso il Mar Cinese meridionale, l’ Oceano Indiano e il Pacifico meridionale. Il progetto mira a costruire sei vie economiche.
Per fare un esempio, iI New Eurasia Land Bridge è la linea ferroviaria che unirà la città di Lianyungang, nella provincia dello Jiangsu, a Rotterdam in Olanda. La linea ferroviaria passerà attraversando Kazakhistan, Russia, Bielorussia e Polonia.
Oltre 700 miliardi di dollari in oltre 60 Paesi
I numeri danno l’idea dell’importanza e del peso del progetto cinese. Fino ad oggi infatti la Repubblica popolare ha investito oltre 700 miliardi di dollari in oltre 65 paesi. I finanziamenti sono stati assorbiti soprattutto da progetti infrastrutturali (porti e ferrovie). Per ora gli investimenti più importanti sono stati fatti in Asia e in Africa.
Cosa prevede il Memorandum?
Il Memorandum fornirà la cornice giuridica a 29 accordi (dieci intese fra aziende private e 19 istituzionali, fra cui quelli su startup innovative) tra aziende italiane e cinesi per almeno 7 miliardi di euro. Ancora in queste ore su questi accordi, che all’inizio sarebbero dovuti essere una cinquantina, vige il massimo riserbo.
Nel comunicato del MISE si afferma che il Memorandum non ha valore di accordo internazionale e non dà pertanto luogo ad impegni giuridicamente vincolanti.
Stando a quanto si apprende, inoltre, il valore “potenziale” dei 10 accordi commerciali più importanti messi sul tavolo è di circa 20 miliardi di euro, cifra che si riferisce al valore delle intese italo-cinesi (i 7 miliardi appunto) includendo l’effetto “volano” dal punto di vista economico (l’indotto).
L’accordo sui trasporti
I due Paesi si impegnano a lavorare su aree di reciproco interesse come strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti (Genova e Trieste), energia e telecomunicazioni.
L’accordo prevede che Italia e Cina condividano l’obiettivo sul miglioramento dei trasporti, affinché siano efficaci, efficienti, sicuri e sostenibili. I due Paesi si impegnano a collaborare allo sviluppo della connettività delle infrastrutture prevedendo investimenti in logistica e inter-operatività oltre ad investimenti nelle aree di interesse comune quali ferrovie, ponti, strade, energia rinnovabile, aviazione civile e telecomunicazioni (punto che ha messo un po’ tutti in allarme per paura di diffondere informazioni attraverso la rete e che, nelle ipotesi finali, sarebbe dovuto restare fuori dal Memorandum).
Il nodo TAV
Nel Memorandum si afferma anche che:
Le Parti, riconoscendo le potenzialità dell’iniziativa “Belt and Road” per la promozione della connettività, desiderano rafforzare le sinergie tra tale iniziativae le Reti di Trasporto Trans-europee (TEN–T), in vista dell’intensificazione della collaborazione nei settori della portualità, della logistica e dei trasporti marittimi.
La linea ad alta velocità Torino-Lione fa proprio parte delle reti TEN-T.
Libero commercio
Tra gli obiettivi principali del Memorandum c’è quello della rimozione degli ostacoli al commercio e agli investimenti. Italia e Cina, così, si impegnano a estendere gli investimenti bilaterali, gli scambi commerciali, la cooperazione industriale e quella nei mercati di altri Paesi. L’obiettivo è quello di realizzare scambi e investimenti aperti e liberi, per contrastare il protezionismo (ormai sempre più diffuso nel mondo). Nell’ambito della via della seta, i due Paesi si impegnano a promuovere scambi aperti, liberi, trasparenti e non discriminatori, specie per quanto riguarda appalti e proprietà intellettuale.
Attualmente la bilancia commerciale è negativa per l’Italia che in Cina esporta “solo” 13 miliardi di euro (in flessione del 2,4%) contro i 94 miliardi di esportazioni tedesche. Le importazioni ammontano a quasi 31 miliardi di euro (in aumento dell’8,2%).
Collaborazione finanziaria: i panda bond
In base a quanto scritto sul Memorandum, una delle priorità sarà quella della collaborazione finanziaria e nello specifico si assisterà al debutto italiano dei “Panda Bond”. È questo il nome delle obbligazioni che punteranno a raccogliere capitale da investitori istituzionali cinesi per finanziare le aziende italiane presenti nel Paese asiatico.
Toccherà alla Cdp emettere queste obbligazioni in renminbi, la valuta locale cinese. Tutto quello che sarà raccolto andrà a finire nelle casse di quelle imprese italiane che già operano in Cina.
Sviluppo e ambiente
Un occhio di riguardo verrà anche dato alla questione ambientale. Un punto dell’accordo, infatti, riguarda la cooperazione allo sviluppo nel rispetto dell’ambiente. Italia e Cina, dunque si impegnano a sviluppare la connettività tramite un approccio sostenibile ed ecologico. Il Memorandum richiede la promozione di sistemi di sviluppo ecologico, circolare e a basse emissioni di carbonio. I due Paesi condividono e sostengono le direttive dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici.
Scambi e collaborazioni tra italiani e cinesi
Infine, uno dei punti del Memorandum condiviso tra il Presidente Conte e e il Presidente Xi riguarda la connettività tra le due popolazioni: Italia e Cina promuovono così gemellaggi tra le città e tra i siti Unesco dei rispettivi Paesi. L’obiettivo in questo caso è quello di promuovere la collaborazione sulla cultura e di conseguenza l’istruzione, l’innovazione, la saluta e l’istruzione senza trascurare il fattore turistico. In base al Memorandum i due Paesi si impegneranno a favorire scambi e collaborazione tra le rispettive autorità locali. In particolar modo le Università.
Divergenze Interpretative
Secondo i documenti presenti sul sito del MISE le Parti risolveranno amichevolmente eventuali divergenze interpretative del presente Memorandum d’Intesa mediante consultazioni dirette.
Detto in altre parole non si ricorrerà alla via giudiziale ma le divergenze si risolveranno politicamente.