Il Coronavirus ribalta l’economia cinese, come se non avesse già procurato abbastanza danni.
Il Purchasing Managers’ Index è un indice calcolato mensilmente che illustra la situazione di grandi aziende del settore manufatturiero (esiste, ovviamente, anche il PMI non manufatturiero). Alternativa al PMI è l’indice Caixin che prende in considerazione aziende di piccole e medie dimensioni. L’indice viene calcolato sulla base di sondaggi e considerazioni fatte dai manager delle aziende stesse e, in un certo senso, riflettono la situazione dell’azienda ma anche dell’economi stessa. L’indice può variare da 0 a 100 punti: l’equilibrio, si può facilmente immaginare, sta a 50 punti. Un indice sotto 50, indica una contrazione del settore mentre un punteggio maggiore significa espansione. L’indice è costruito sulla base di 4 fattori:
Cosa c’entra il PMI con il coronavirus? La situazione è la seguente: la Cina, incredibile macchina da “guerra” in termini di crescita economica, sta lentamente fermandosi. L’indice PMI, infatti, a Gennaio 2020 ha toccato il minimo storico: 35.7 punti. In poche parole, l’economia cinese sta soffrendo più per il coronavirus che per la crisi del 2008. Il precedente record negativo, infatti, era stato registrato a Novembre 2008: 38.8 punti, secondo i dati del National Bureau of Statistics cinese. Una contrazione dell’indice era stata già registrata a Dicembre 2019, dove si scendeva poco sotto i 50 punti.
Tenendo conto di questa incredibile contrazione, accompagnata da quella del PMI non manifatturiero (29.6 punti a Febbraio contro i 54 di Gennaio), gli analisti si attendono un crollo del Pil cinese, stimando una crescita ferma al 4%. Il crollo del Pil, sarebbe un evento straordinario: la prima volta dal 1966, anno della Rivoluzione Culturale.