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Perché l’Italia dovrebbe accettare alcune condizionalità?

In queste concitate ore si fa sempre più pressante il tifo politico su questioni che dovrebbero essere solo di natura tecnica. Nello specifico mi riferisco al tifo sulle trattative dell’eurogruppo (il gruppo dei capi di Governo dei Paesi che aderiscono all’euro) che vedono contrapposti i vari nazionalisti statali (nord contro sud oppure Europa contro Italia secondo la narrativa nazionale).

Contro il tifo politico

Il tifo politico su questioni tecniche è sempre una cosa dannosa e deleteria per 2 ragioni:

  1. La pressione politica blocca i Governi su posizioni che rischiano di essere dannose nel medio e lungo termine;
  2. Il tifo rischia di inasprire il dibattito rendendo più difficili le trattative.

La questione

La questione tecnica gira attorno alla domanda “come combattiamo lo shock economico che porta con sè il Covid-19?”

Per i Paesi a basso debito pubblico e con le finanze pubbliche in ordine lo shock può essere affrontato individualmente dagli Stati considerando la sospensione del Fiscal Compact e lo scudo anti spread messo in campo dalla BCE.

Per i Paesi ad alto debito pubblico e con le finanze pubbliche non in ordine, per usare un eufemismo, lo shock deve essere affrontato congiuntamente attraverso strumenti comuni che minimizzino gli interessi richiesti sui finanziamenti.

Il MES

L’eurozona ha uno strumento per le situazioni di shock chiamato MES che è anche noto come fondo salva-stati.

Il MES,tuttavia, è stato pensato per gli shock asimmetrici ossia per gli shock che coinvolgono un solo Stato. Nello specifico il Paese in difficoltà avrà la possibilità di accedere a linee di credito agevolate in cambio di alcune condizionalità economico-finanziarie. I Paesi dell’area euro che non utilizzano lo strumento diventano creditori del Paese che accede a quei fondi e pertanto richiedono delle condizionalità sulla tenuta finanziaria del Paese in modo da poter riscuotere il proprio credito.

Le condizionalità

Le condizionalità tipicamente riguardano la tenuta dei conti pubblici nel lungo periodo e ciò passa attraverso il taglio degli sprechi e l’applicazione di riforme strutturali che permettano al Paese di crescere in modo sano e costante senza la necessità di dipendere costantemente dal deficit di bilancio.

La posizione italiana

La posizione italiana è semplice e prevede di rifiutare in ogni caso il MES considerato politicamente impraticabile vista la ferma opposizione del Movimento 5 Stelle, della Lega e di Fratelli d’Italia. Qualora Giuseppe Conte accettasse di accedere ai fondi del MES verrebbe politicamente distrutto.

La controproposta

Il Presidente Conte e il Ministro delle Finanze Gualtieri hanno proposto di utilizzare un nuovo strumento: gli Eurobond (o Coronabond).
Si tratterebbe di strumenti di debito emessi da un organo europeo (la Commissione Europea, la Banca Europea per gli Investimenti nota come BEI oppure il MES stesso) e garantito da tutti i Paesi dell’eurozona in solido.

Essere debitori in solido vuol dire che qualora un Paese non pagasse la sua parte di debito essa andrebbe ripagata da tutti gli altri Paesi.

L’emissione congiunta di strumenti permetterebbe ai Paesi con le finanze pubbliche “non in ordine” di finanziarsi a tassi di interesse inferiori rispetto ai tassi di interesse che sarebbero costretti a pagare qualora emettessero titoli di debito individualmente.
D’altra parte i Paesi con le finanze pubbliche in ordine si finanzierebbero a tassi di interesse più elevati perché oltre al loro rischio di inadempimento (molto basso) dovrebbero farsi carico anche del rischio di inadempimento di altri Paesi.

Per dare un’idea della distanza tra gli Stati il rapporto debito/PIL dell’Italia attualmente è pari al 136% e alla fine dell’anno verosimilmente sarà superiore al 160% mentre il rapporto debito/PIL dell’Olanda è pari al 49% e alla fine dell’anno dovrebbe essere ancora sotto al 60% (o di poco superiore).

La necessità di condizionalità

La spiegazione precedente dovrebbe far capire cosa spinge i Paesi “rigoristi” a chiedere ugualmente delle condizionalità per l’utilizzo di determinati strumenti. Sostanzialmente non vogliono pagare tassi di interesse più elevati per aiutare dei Paesi che alla fine potrebbero non utilizzare quelle risorse nel modo ottimale.

I nazionalismi del Nord Europa

I nazionalisti non esistono solo in Italia ma sono molto presenti anche negli altri Paesi. Se i Governi dell’Olanda e della Germania permettessero di attivare alcuni strumenti senza condizionalità i partiti nazionalisti locali li accuserebbero di essere dei traditori della patria che regalano soldi agli altri Paesi invece di pensare ai propri cittadini.

Questa potentissima arma politica è sufficiente per bloccare i Governi su posizioni di rigidità. Qualora non lo facessero l’Unione Europea andrebbe in contro alla sua morte.

Cosa dovrebbe fare il Governo Italiano?

Per superare questo blocco sarà necessario fare dei passi in avanti.
L’Italia non può pensare di ricevere ulteriore aiuto senza mettere nulla sul piatto e i Paesi più rigoristi non possono permettere che l’Italia (e probabilmente anche la Grecia e la Spagna) subisca un contraccolpo finanziario insostenibile poiché ciò causerebbe problemi incredibili a tutti.

Per superare lo stallo il Governo italiano dovrebbe accettare alcune condizionalità e mettere subito sul piatto alcuni tagli importanti che facciano capire ai partner che l’Italia è finalmente diventata adulta.

Cosa mettere sul piatto?

Le cose più immediate da mettere sul tavolo delle trattative sono la sospensione di quota100, la vendita delle partecipate statali inutili (come Alitalia) e la promessa di attuare riforme che incrementino la concorrenza interna.

Questo sarebbe un segnale importantissimo a livello europeo e permetterebbe di smuovere le trattattive.