Home » Asset management » Bond market » Bond Sure UE: i primi “Eurobond” partono col botto

Bond Sure UE: i primi “Eurobond” partono col botto

Bond Sure UE

Bond Sure UE

Il primo social bond targato UE è partito subito con il botto. Le richieste complessive si sono impennate fino a superare i 230 miliardi a fronte di emissioni pari rispettivamente a 10 miliardi per la trance a 10 anni e a 7 miliardi per quella a 20 anni. Ricordiamo che i tassi di interesse sul decennale risultano negativi.

E’ ancora presto per dire se queste operazioni finanziarie per risorgere dalla crisi causate dal Covid-19 possano essere un asset permanente. Bisognerebbe prima prendere una decisione politica strategica legata alla creazione di un bilancio permanente. Per adesso vediamo le interessanti performance del Bond Sure.

Cos’è il piano Sure?

Come spiegato negli articoli precedenti, lo Sure è l’acronimo di «Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency» e sta a rappresentare di fatto un fondo europeo contro la disoccupazione.

Si tratta di uno schema temporaneo per aiutare le imprese e i loro i dipendenti, per controllare la disoccupazione. Si tratta di uno schema temporaneo per il 2020 che permetterà a Bruxelles di emettere “bond” sul mercato finanziario e fornire prestiti ai Paesi fino ad un massimo di 100 miliardi.

Insomma, i 100 miliardi previsti dal piano Sure verrebbero raccolti sul mercato con emissioni di titoli della Commissione Europea e garantiti dai singoli Stati membri. Infatti gli Stati dovranno ripartirsi l’impegno di coprire i 25 miliardi di garanzie attraverso un sistema proporzionale alla dimensione dell’economia di ogni Paese.

Il prestito obbligazionario prevede due tranche: una da 10 miliardi con scadenza il 4 ottobre 2030 ed un’altra da 7 miliardi scadenza il 4 ottobre 2040. 

Bond Sure UE: bene i primi “Eurobond”

Bond Sure UE: come stanno andando le prime collocazioni?

La prima tranche del bond Sure Ue decennale ha ottenuto ordini per oltre 145 miliardi di euro e il rendimento è -0,238%. Il volume totale previsto per il 2020 si aggira attorno a 30 miliardi. Si tratta di un primo collocamento di una lunga serie per sostenere le casse integrazioni degli Stati Membri. 

A curare le prime emissioni in qualità di lead managers sono stati cinque istituti di credito:

  • Barclays;
  • Bnp Paribas;
  • Deutsche Bank;
  • Nomura;
  • Unicredit.

Come ci si aspettava il rating dell’emittente è AAA secondo le più importanti agenzie di rating. 

Le parole di Johannes Hahn 

Il Commissario austriaco Johannes Hahn non si è sbilanciato sul futuro: “Vedremo come evolveranno le cose nei prossimi due anni, non va sottostimato l’impatto di quanto stiamo facendo, anche in Asia si comincia a comprendere che cosa implica l’esistenza di un blocco politico come la Ue”.  Si ritiene comunque che il successo della prima operazione sul mercato sarà confermata e che l’operazione SURE in sinergia con Next Generation EU possa essere un vero e proprio “game changer” vista la scarsità di titoli con il massimo rating di valutazione.

Inoltre, un mercato di “safe asset” UE può rafforzare la rilevanza internazionale dell’euro convergendo verso la condivisione di operazioni fiscali sul lungo periodo. 

In conclusione, fonti europee hanno confermati che il vantaggio ottenuto dal tasso negativo sul decennale sarà trasferito agli Stati al momento dei prestiti per sovvenzionare le casse integrazioni nazionali.

In conclusione, possiamo dire che le prove generali per quello che sarà il finanziamento del Recovery Fund hanno riscontrato un importante successo. Infatti, questo strumento avrà il duro compito di raccogliere 750 miliardi di euro nei prossimi anni attraverso emissioni di debito comune condividendo il rischio con tutti gli Stati Membri. La UE può effettivamente diventare il primo emittente sovranazionale di obbligazioni a livello mondiale e togliere pressione al Bund tedesco che oggi ha un rendimento negativo (-0,608%).