Home » Guerra Russia-Ucraina » Russia, default or not default. This is the problem!

La Russia rischia default? È la domanda che da giorni spopola ovunque. Le sanzioni contro Putin per l’invasione dell’Ucraina stanno diventando sempre più pressanti e dure. Ovviamente il rischio di insolvenza è uno dei tanti potenziali rischi in cui il popolo russo sta incappando ma, pur non occupando il primo posto, è pur sempre un rischio da non sottovalutare. Ieri, 16 marzo 2022, il ministero delle Finanze russo avrebbe dovuto pagare 2 cedole destinate al mercato europeo. Due eurobond emessi nel 2013 per un totale rispettivamente di 73 e 44 milioni di dollari. 117 milioni di dollari. Non bruscolini, per intenderci. Lunedì è stato dato mandato alla filiale londinese della banca americana Citi di procedere con il pagamento ma per via delle sanzioni l’accredito è rimasto a lungo bloccato.

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Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, spiegava ieri:

Attualmente il pagamento è in fase di elaborazione e finora non abbiamo avuto indicazioni sul fatto che sia andato o meno a buon fine. Ma sappiamo che la banca è in contatto con l’Ofac (l’autorità americana di controllo dei beni stranieri) e ci ha chiesto le informazioni necessarie sullo scopo del pagamento. Quindi stiamo aspettando informazioni dalla nostra banca.

Oggi l’ordine di pagamento sembrerebbe eseguito ma non si sa se i soldi siano realmente arrivati ai creditori.

Russia, il mistero dell’ordine di pagamento “forse” eseguito

Questa tipologia di obbligazione prevede il pagamento entro 30 giorni dal “periodo di grazia”, periodo previsto per i debitori che al momento della scadenza si trovano in difficoltà. Secondo un decreto firmato il 5 marzo da Vladimir Putin, la Russia avrebbe potuto pagare le obbligazioni anche in rubli. Ma pagare in rubli delle obbligazioni che prevedono chiaramente il pagamento in dollari è in ogni caso insolvenza. Secondo Siluanov, la Russia sta onorando i suoi impegni ed accusa l’Occidente di star creando un “default artificiale”. Per Putin invece sono gli USA e l’Europa ad essere in default perché non stanno rispettando gli impegni verso Mosca. Ma in caso di default della Russia, chi rischia maggiormente?

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Chi rischia di più per il default in Russia?

Ovviamente quando si tratta di un default che il debitore sia la Russia o una persona fisica di turno, a rischiare sono sempre i creditori. Nel caso specifico della Russia sono tutti coloro che possiedono i titoli di Stato russi in dollari ed in euro.  Quanto rischiano in questo preciso momento? Se si pensa che Fitch e Moody’s hanno inserito le obbligazioni russe quasi al livello di insolvenza, beh, si potrebbe dire che rischiano non poco. Il 31 marzo Mosca dovrà pagare un bond in scadenza al 2030 per un importo pari a 359 milioni di dollari mentre il 4 aprile scade una obbligazione dal valore di 2 miliardi di dollari.

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L’Italia quanto rischia?

Ricapitolando, colui che rischia è il creditore, ossia chi è in possesso dei titoli di Stato russi. Il nostro Paese quanti titoli russi possiede? Quanto rischia? Il debito russo in valuta non locale ammonta a 33,7 miliardi di dollari e 5,2 miliardi di euro. Alla fine del 2020 l’esposizione italiana al debito russo era pari ad 1,3 miliardi di euro e cioè allo 0,16% di tutto il totale dell’esposizione finanziaria del nostro Paese verso l’estero. Dunque, limitatamente poco.

Russia, i bond sono stati pagati oppure no?

Ma quindi, ritornando a Mosca, questi bond in scadenza sono stati pagati o no? Secondo il ministero delle finanze russe tutto è stato risolto

L’obbligo di pagamento del rendimento della cedola sui prestiti obbligazionari esterni della Federazione Russa dovuti nel 2023 per un importo totale di 117,2 milioni di dollari fino al 15 marzo 2022 presentato a una banca corrispondente estera il 14 marzo 2022, è stato risolto.

Il rischio di default è dunque rientrato? Secondo il Cremlino, Mosca ha tutti i mezzi per evitare il default. Quali siano questi mezzi non è dato sapere visto potrebbe rischiare di perdere il suo primo e più grande cliente, l’Unione Europea. Ma non dovremmo sorprenderci se Putin utilizzasse le aziende esportatrici di gas e di petrolio che guadagnano in valuta estera come banca centrale “fai da te”. Non dobbiamo dimenticare che l’economia russa è quasi totalmente statale e che il governo ha già obbligato la conversione dei dollari in rubli. Staremo a vedere!

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